‘Milano per Gaber’ torna al Piccolo con quattro nuovi appuntamenti

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‘Milano per Gaber’, la manifestazione creata e gestita dalla Fondazione Gaber in collaborazione con il Piccolo Teatro e il patrocinio del Comune di Milano, torna al Teatro Piccolo di Milano. Il 13 giugno, alle 20.30, di scena  ‘Libertà obbligatoria’, di Giorgio Gaber e Sandro Luporini. Uno dei più importanti e significativi spettacoli del teatro-canzone degli anni ’70. Tra i più amati dagli stessi autori. Rappresentato in 324 repliche in 112 città tra il 1976 e il 1978. Con Andrea Mirò, Enrico Ballardini, Sara Bertelà, Gianluigi Fogacci, e musica da Ripostiglio. Adattamento e regia di Emilio Russo, scene di Federico Biancalani, costumi di Pamela Aicardi, luci di Andrea Violato, produzione: Tieffe Teatro Milano. “In scena ho confermato lo straordinario gruppo di ‘Far finta di esere sani’ -spiega Russo- con la piccola orchestra Musica da Ripostiglio e la voce unica di Andrea Mirò, gaberiana per vocazione e ormai per definizione, cantante/attrice dotata di grazia, profondità e presenza, il talento prismatico di Enrico Ballardini, a loro, proprio per dare ancora più peso e valore alle parole e ai contenuti, si aggiungono una coppia di attori di grande forza teatrale come Sara Bertelà e Gianluigici Fogacci, tra i più apprezzati della nostra scena teatrale, per uno spettacolo collettivo che sarà leggero e profondo, ironico ed emozionante e che proverà a restituire il grande senso civile, culturale, ma anche spettacolare e popolare di quella straordinaria e indimenticabile esperienza che è stato il teatro-canzone”.
Secondo appuntamento il 14 giugno con Francesco Centorame, protagonista di ‘Io quella volta lì avevo 25 anni’. L’ultimo testo in prosa scritto da Giorgio Gaber e Sandro Luporini alla fine degli anni ’90. Dopo un decennio interamente dedicato al Teatro Canzone, era infatti intenzione degli autori riprendere il loro ‘Teatro d’evocazione’ che negli anni ottanta li aveva visti protagonisti della drammaturgia italiana. Il protagonista di questo monologo, sempre idealmente venticinquenne, vive dagli anni ‘40 ad oggi e rievoca avvenimenti vissuti in prima persona nelle varie epoche. Scorre così davanti ai nostri occhi una storia a capitoli che si arresta al 2000: ‘Bella Ciao’ (anni ‘40), ‘Garden Manila’ (anni ’50), ‘Attento al tram’ (anni ’60), ‘Il filosofo’ (anni ’70), ‘L’amico’ (anni ’80), ‘Il creativo’ (anni ’90). Un’ulteriore riflessione, purtroppo l’ultima, di Giorgio Gaber e Sandro Luporini dove il nostro Paese è spunto e occasione per le loro intelligenti, lucide, illuminanti e ironiche riflessioni sull’uomo nella sua dimensione individuale e collettiva. Il testo sarà interpretato sul palco del Teatro Grassi dall’attore Francesco Centorame accompagnato al piano dalla giovane musicista Laura Baldassarre.
Terzo appuntamento il 15 giugno con ‘Polli d’allevamento. Una voce in direzione contraria’ con Massimo Recalcati. La riflessione di uno dei più autorevoli protagonisti della cultura italiana contemporanea, sull’opera di Giorgio Gaber e Sandro Luporini in occasione del ventennale della scomparsa. Massimo Recalcati è un Membro della Società Milanese di Psicoanalisi – SMP -. Fondatore di ‘Jonas – Centro di clinica psicoanalitica per i nuovi sintomi’ e Direttore Scientifico della Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Irpa di Milano. Insegna all’Università di Verona e presso lo Iulm di Milano.
La rassegna si conclude il 16 giugno con ‘NonHannoUnAmico‘, uno spettacolo di e con Luca Bizzarri, scritto con Ugo Ripamonti, ispirato all’omonimo podcast edito da Chora Media. Esattamente come nel podcast (nato per raccontare la campagna elettorale e portato avanti grazie a una media di cinquantamila ascolti giornalieri e un milione di streaming al mese) ma con tutte le possibilità di approfondimento e ‘godimento’ del contesto teatrale, al centro di ‘NonHannoUnAmico’ c’è la comunicazione politica dei nostri tempi, i fenomeni social, i costumi di un nuovo millennio confuso tra la nostalgia del novecento e il desiderio di innovazione tecnologica e sociale. Con tutta la sagacia della sua satira, in un’ora di racconto di noi, Bizzarri ci porta a ridere di noi stessi, delle nostre debolezze, dei nostri tic. Un’ora di racconto in cui ci riconosciamo come in uno specchio che all’inizio ci pare deformante, ma che in realtà, a guardarlo bene, restituisce quell’immagine di noi che rifiutiamo di vedere.

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