La Costituzione, Mattarella e Benigni sul palco dell’Ariston (“ma avete detto a Mattarella quanto dura la serata?)
(di Daniele Rossignoli e Maria Elena Molteni, inviati a Sanremo)
E’ la prima volta nella storia che un Presidente della Repubblica partecipa al festival di Sanremo. Sergio Mattarella, accompagnato dalla figlia Laura, viene annunciato in apertura di serata dal direttore creativo e conduttore Amadeus (“è un onore annunciare per la prima volta la presenza in sala del Presidente della Repubblica). Con lui Gianni Morandi, che lo accompagnerà per tutte le serate e Roberto Benigni. La verità è che “averla qui con con noi, in questo teatro, testimonia – dice Amadeus – la sua vicinanza al mondo della musica. Il Festival è la massima vicinanza al mondo della musica popolare. Quest’anno ricorre il 75esimo anniversario della nostra Costituzione. Siamo felici che a rappresentare l’altissimo valore delle sue pagine sia Roberto Benigni”. Così Amadeus in apertura della kermesse canora. Un Benigni che fa ridere e commuovere, come solo lui sa fare. Prendendo in giro Amadeus: “è al quarto mandato, ma è costituzionale?” E poi, “ma a Mattarella avete detto quanto dura una serata?”. Poi, più serio: “se tutti i popoli avessero nella loro Costituzione un articolo come ‘l’Italia ripudia la guerra’ non ci sarebbe la guerra da nessuna parte nel mondo” dice Benigni. E poi a Mattarella, ricordandone il padre Bernardo, padre costituente, “lei e la Costituzione avete avuto lo stesso padre, quindi possiamo dire che la Costituzione è sua sorella”. “L’articolo della Costituzione che preferisco è l’articolo 21, ci ha liberati dall’obbligo di avere paura. La nostra Costituzione è stata scritta con un linguaggio così bello che sembra scritto da un bambino. Grazie all’art. 21 tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero. E’ come dire che tutti possono respirare e se l’hanno scritto significa che ce ne era il bisogno. E’ l’architrave, il pilastro di tutte le libertà dell’uomo perché prima della Costituzione, durante il ventennio fascista non si poteva fare. In quegli anni, non si poteva fare il Festival. Poteva arrivare una pattuglia di violenti prendere un fratello, una sorella, la fidanzata e portarli via perché avevano detto una cosa libera. Venivano picchiate e sparivano. L’articolo 21 ci ha liberati dall’obbligo di avere paura ed è straordinario sapere che grazie all’articolo 21 tutti hanno il diritto di esprimere liberamente il proprio pensiero. L’unica maniera per avere un futuro -ha concluso- è avere il passato sempre presente.”