Trent’anni fa scompare Augusto Daolio, il ricordo dell’amico Pietro Casarini e la mostra di Reggio Emilia dedicata alla voce dei Nomadi
Il 7 ottobre del 1992 muore Augusto Daolio. Questa sera, a trent’anni dalla sua scomparsa, Reggio Emilia lo ricorda con una mostra dedicata alla voce dei Nomadi, alla sua creatività, ai suoi scritti e ai suoi quadri, conservati per anni dalla moglie Rosanna Fantuzzi, con lo scopo, come spiega l’amico Pietro Casarini intervistato da IlMohicano “di esaltare tutte le sfaccettature di Augusto, sia attraverso la musica che le opere d’arte, ma soprattutto con materiali inediti, come testi di canzoni mai pubblicate o appunti per canzoni rimaste purtroppo incomplete, così come manoscritti e diari”.
La mostra (curata da Lorenzo Immovilli e Stefania Carretti) si sviluppa su quattro piani dello Spazio Gerra, sede espositiva del Comune, con ingresso ad offerta libera il cui ricavato sarà devoluto all’Associazione Augusto Per La Vita e al CORE (Centro Oncologico ed Ematologico di Reggio Emilia).
“Io, come Augusto, sono nato a Novellara -racconta Casarini- e nonostante tra noi ci fossero 23 anni di differenza ci ha legato una profonda amicizia. Io ero innamorato dei Nomadi e spesso capitava che durante un concerto Augusto, vedendomi tra il pubblico, mi chiamasse sul palco a cantare con lui. Augusto era la vera anima dei Nomadi e con la sua scomparsa – prosegue Casarini- tutti eravamo convinti che il gruppo si sarebbe sciolto. Non è stato così grazie alla forza di Beppe Carletti, che era l’organizzatore della band e che ha saputo portare avanti negli anni la musica dei Nomadi e il ricordo di Daolio. Beppe è stato ed è bravissimo -prosegue- diventando il timoniere di questa band, seconda solo ai Rolling Stones per longevità”.