Essere madri, un’esperienza rivoluzionaria la cui vera portata nessuno ci spiega (prima): 30 donne si raccontano nel libro di Silvia Icardi e Roberta Colombo Gualandri
(di Maria Elena Molteni)
“Nessuno stato è così simile alla pazzia da un lato, e al divino dall’altro, quanto l’essere incinta. La madre è raddoppiata, poi divisa a metà e mai più sarà intera” (Erica Jong). Nella difficoltà di affrontare ‘Le parole delle madri’, di Silvia Icardi e Roberta Colombo Gualandri, non foss’altro che per rendere giustizia e merito a un libro che esprime tutta la voglia e il desiderio di essere disruptive per ciò che ha il coraggio di raccontare, solo alla fine mi sono soffermata sulla quarta di copertina, che riporta la citazione dell’incipit. Che dà il senso definitivo della portata rivoluzionaria che il diventare madre comporta. Il volume di Icardi e Colombo Gualandri entra nelle pieghe e nelle conseguenze, nelle deflagrazioni e nelle gioie assolute, felicità pure e dolori assurdi della testimonianze raccolte e ha il pregio di portare all’attenzione anche il significato e l’importanza della condivisione, dell’ascolto.
Voci e registri diversi compongono un quadro ricco e frammentato, come ricca e frammentata, del resto, è la vita delle madri. Figlie ancor prima che madri, in realtà, che portano con sé tutto il loro bagaglio di vita, benvissuta, malvissuta, gioia e sofferenze. Che in qualche maniera, per conseguenza o riscatto, diventano un pezzo della vita dei propri figli.
E’ comprensibile dunque che alla base della volontà di dare forma a questo libro vi siano le motivazioni di due madri. “La maternità è sempre stata centrale nella mia vita, ed è stato un pensiero da quando sono ragazzina. Per me diventare madre, una cosa che ho scelto in maniera quasi scientifica, è stata un’esperienza pazzesca, anche quando è stata complicatissima” racconta a Il Mohicano Roberta Colombo Gualandri.
Perché? “Perché vengo da una famiglia disfunzionale. Sono cresciuta con un padre alcolista, violento e aggressivo e una madre depressa, innamorata pazza di lui e molto crudele nei miei confronti. Vista da fuori una famiglia normale, all’interno la situazione era infernale. Io mi sono salvata grazie al mio ‘villaggio emotivo’, fatto di tante donne che sono state la mia tata, le nonne, le mie zie, mia cugina. Una situazione emotivamente e violentemente complicata. Mia madre era una donna bellissima, una donna normale. La dinamica stava tutta dentro la casa”. Quindi da allora e anche oggi “capire e dare voce è importante. L’ascolto dell’altro dovrebbe salvare il mondo. Che però è sordo”, in un momento storico in cui “tutti hanno voce e nessuno ha voce. C’è tanto rumore”. In definitiva, “ascoltare tutte queste donne mi ha fatta ritrovare come figlia e come madre in tutte queste donne”.
“Siamo tutti esposti agli altri visivamente, sovraesposti – sottolinea Silvia Icardi – soprattutto le generazioni più giovani. Dunque ci siamo immaginate di potere saldare queste giovanissime madri che oltre ad avere affrontato tutte le fatiche che anche noi abbiamo affrontato, in più hanno anche questa esigenza di sembrare belle, felici, brave e superperformanti 24 ore al giorno”. Una vita “che deve essere glamour, quando in realtà c’è molto poco di glamour anche nelle vite glamour” chiosa Icardi.
‘Le parole delle madri’ è dunque un percorso di ascolto che vuole affrontare la maternità in termini nuovi, liberandola dai luoghi comuni e dagli stereotipi che ancora la ingabbiano. “Abbiamo raccontato trenta storie di donne molto diverse per età, estrazione sociale, condizioni. Diversissime l’uno dall’altra. Abbiamo cercato anche situazioni estreme, rappresentative. Mamme che vivono in un centro di recupero per tossicodipendenti, mamme felici con 13 figli, madri mancate. Mondi e geografie diverse. Ma ciò che mi ha colpito di più, intervistando, è stata la fatica che hanno avuto nel percorso della maternità”. “Il fil rounge – evidenzia Colombo Gualandri- è sempre la solitudine sorda”.
Il libro è anche un progetto sociale e ha seguito strade, di pubblicazione e distribuzione, alternative. Per una scelta di libertà e rapidità insieme: “Il mondo ha subito un cambiamento epocale nei passati due anni. Anche per questo abbiamo deciso di muoverci indipendentemente per far sì che il volume fosse subito disponibile, senza dover sottostare ai tempi lunghi dell’editoria classica”, spiegano le autrici. L’intero ricavato della vendita del libro sarà destinato al progetto della Fondazione Francesca Rava ‘Umanizzazione del luogo della nascita’ presso la Clinica Mangiagalli, Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano. La psicoterapeuta Alessandra Ferlini firma la prefazione. Il criminologo Achille Saletti – con una lunga esperienza di madri detenute – tira le fila delle conclusioni finali.
Roberta Colombo Gualandri è imprenditrice sociale da sempre interessata a promuovere iniziative che hanno come focus i giovani, le donne, gli emarginati.
Silvia Icardi, giornalista professionista, si occupa dei temi più diversi con un occhio di riguardo alle storie dei singoli e a ciò che le rende uniche e speciali. Collabora con il Corriere della Sera.