INTERVISTA/ Sgrò: “non dobbiamo aver paura delle nostre paure”
(di Daniele Rossignoli)
Milano, 26 luglio 2022 – “Non dobbiamo avere paura delle nostre paure. Le dobbiamo affrontare senza mettere la testa nella sabbia”. Il cantautore Francesco Sgrò (in arte solo Sgrò) a Il Mohicano racconta come è nato il suo ultimo singolo ‘Non siamo al centro del mondo’. “Avevo voglia di ‘deconcentrarmi’ perchè io ho la tendenza a stare fermo sulle mie posizioni comode. C’è sempre l’incerto dentro di noi, le paure che vanno contro un certo dinamismo che invece ritengo sia salutare”. Paure che, dopo due anni di pandemia e di distanziamento, sembrano essere aumentate tra la gente: “i due anni di Covid hanno certamento pesato sulle persone favorendo il distanziamento tra loro. L’incontro con l’altra persona sembra ora fare più paura per via dei possibili contagi. L’incontro con l’altro, invece di essere un momento di contatto è diventato un momento di possibile contagio”.
“Non bisogna far finta che le paure non esistano. Ci sono -prosegue Sgrò- ma bisogna saperle affrontare avvicinandosi ai sentimenti, anche a quelli più scuri, non stando al centro del mondo ma guardando anche alle periferie simboliche. Adesso sembra che al centro di ognuno di noi ci sia soltanto l’ ‘io’ e non si guardi all’ ‘altro’ che fa sempre più paura. Ma anche la paura è un sentimento che non sempre è negativo”
‘Non Siamo al Centro del Mondo,’ che Sgrò ha realizzato assieme alla Fanfara Station, è un invito ad allontanarsi dal calcolo sicuro e comodo della propria quotidianità. Anche a livello musicale la canzone esorta alla scoperta e alla contaminazione, con la fusione di due mondi molto diversi tra loro, quello più cantautorale di Sgrò e quello più world music dei Fanfara Station.
“Nel fantastico Occidente -osserva- si ha sempre la sensazione che il centro sia il bene, il punto di equilibrio, il luogo naturale di convergenza al riparo da eccessi e da posizioni estreme. Ma se invece provassimo a uscire allo scoperto, a integrarci e contaminarci con prospettive nuove e periferiche, a frequentare i bordi e i margini, ad abitare le crisi, al di là dei confini stabiliti, non ne usciremmo forse più pieni, più consapevoli e meno spaventati dalle violazioni della nostra presunta integrità?”.
Foto Vanessa Pinzoni