Vincenzo Greco, ‘Maggie Dickson’ (testo)
Maggie, era una giovane fanciulla
che viveva nella Scozia di tre secoli fa.
Sola, aspettava una bambina e
nascondeva la sua maternità.
Oggi, si racconta lavorasse in una
casa benestante, e un giorno si innamorò
del figlio di cui era governante,
che d’un tratto impaurita lasciò.
In una cesta, lungo la riva del fiume
poggiò il suo bimbo e se ne andò,
il corpo esanime senza costume,
poco più a valle la gente trovò.
Tra indignazione ed orrore,
la caccia all’uomo ben presto iniziò,
un cappio al collo si preparò
per Maggie Dickson.
“Questa bambina, ve lo giuro è nata morta,
per paura l’ho gettata via, l’ho regalata al fiume.
Io vi scongiuro, non appendetemi a una corda
non spezzatemi la vita così! ”
E’ troppo tardi, la testa è già dentro alla fune,
Maggie sospira e se ne va.
Come una fiamma senza barlume,
lei è ancora viva ma nessuno lo sa:
per alcuni denari,
il nodo al collo il boia falsò,
la corda strinse un pò meno
e lei si salvò.
Maggie Dickson correva lungo la strada,
dentro una bara che la portava al cimitero.
E non sembrava vero, ma Maggie si mise a gridare: ”fatemi uscire!”,
lottava con forza come un guerriero.
Dalla tomba alla vita
come il sole all’alba tra le ombre spuntò
“La donna è sopravvissuta… alla morte”
Così, la rosa appassita, contro ogni sorte di nuovo sbocciò
e Maggie da quel momento in poi, nella leggenda entrò!
Maggie Dickson