Il video de ‘Il Biondo’ del cantautore bolognese Baschira che anticipa l’uscita dell’album ‘Zdasdat’
E’ online il video de ‘Il Biondo’, il singolo del cantautore Baschira (Davide Cristiani) che anticipa l’uscita dell’album ‘Zdasdat’, sunto di una commistione di generi fatta di folk, gypsy jazz e cantautorato.
“‘Il Biondo’ -sottolinea Baschira- non è biondo, non è moro, non ha sesso, non è alto, basso, magro o grasso. Non è Trump. Il Biondo è il potere che quotidianamente lasciamo che decida al posto nostro. Tutto ciò che influenza dall’alto le nostre decisioni d’acquisto, il nostro modo di pensare e di comportarci. Noi lo seguiamo, ci lasciamo dirigere con disarmante ingenuità, senza pensarci troppo. Accettiamo passivamente ciò che ci viene raccontato e lo consideriamo fonte di verità assoluta. Ma la mancanza di senso critico -conclude- è pericolosissima”.
Il brano racconta la poca convinzione che abbiamo nel credere di essere artefici del nostro destino, e ci sprona a guardare oltre l’apparenza delle cose, analizzandole, considerando gli effetti delle nostre azioni, sul breve e lungo termine.
L’album ‘Zdasdat’, che in dialetto bolognese vuol dire ‘Svegliati’, è un disco di denuncia, un’esortazione a non restare indifferenti di fronte ai soprusi e a resistere. Comprende sette tracce in italiano, in uscita la prossima primavera. Quello di Baschira è “denunciare per resistere” ma soprattutto è un invito a rimanere vigili per evitare di assuefarsi agli abusi e di conformarsi a un finto verosimile.
Ma perchè Davide Cristiani ha scelto come nome d’arte Baschira? “Mi ha colpito la pubblicazione di Fedora Servetti Donati ‘Prospero Baschieri. Contadino capobrigante. Piccola cronaca dell’insorgenza e del brigantaggio (1809-1810) nel cantone di Budrio e dintorni’, spiega. “Baschira nasce nel 1781 a Cazzano, nel cantone di Budrio, in provincia di Bologna. È un contadino, vive la sua infanzia nei campi. Al suo tempo però, le truppe napoleoniche rastrellavano le campagne e costringevano i giovani ad arruolarsi al loro fianco. Baschira -racconta il cantautore bolognese- diserta, ben due volte. Reo di essersi opposto alle coscrizioni napoleoniche, sarà considerato, da quel momento, un fuorilegge. Baschira si unisce quindi ad altri disertori, briganti. La sua forma di rivolta consiste, nella pratica, nel bruciare i registri di coscrizione obbligatoria, nell’ appropriarsi dei fucili della guardia nazionale e infine nel consumare un sostanzioso pasto a spese dei ricchi signorotti locali. Baschira non aveva voglia di passare la sua vita in fila, di seguire qualcuno che decidesse per lui e per questo fu considerato un brigante. Sulla sua testa, c’era una grossissima taglia che faceva gola a molti. Passò la sua vita scappando e nascondendosi. Alla fine -conclude- lo catturarono e l’uccisero ma le sue gesta sono arrivate fino a noi”.