INTERVISTA/Massimo Bigi, con Ruggeri lancio la sfida di un esordio a 60 anni

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(di Daniele Rossignoli) Esordire come cantante a 62 anni è una sfida difficile ma senz’altro avvincente. E’ quella lanciata da Massimo Bigi che, con la complicità dell’amico di sempre Enrico Ruggeri, pubblica venerdì prossimo l’album ‘Bestemmio e prego’ (Anyway Music), anticipato in questi giorni dal singolo ‘Come se fosse facile’ accompagnato dallo stesso Ruggeri. Appassionato di musica fin da bambino, ‘ilBigi’ diventa direttore di produzione di Enrico Ruggeri nell’anno (1993) in cui il cantautore vince il Festival di Sanremo con ‘Mistero’ e pochi anni dopo dienta il suo tour manager, solidificando un rapporto di stima reciproca. Dopo un periodo distanza, ma sempre legati da una solida amicizia, i due si sono ritrovati, quasi per caso, una sera d’estate e hanno lanciato quella che definiscono una vera sfida.

“Tutto è nato per caso”, spiega Massimo Bigi in una intervista a IlMohicano. “Per caso, infatti, a ferragosto dello scorso anno Enrico è venuto a trovarmi a Montepulciano e, sempre per caso, mi ha chiesto cosa stessi ‘architettando’. In quel periodo stavo scrivendo dei brani nuovi, gli ho fatto sentire accompagnato dalla mia chitarra una traccia del brano che poi è diventato quello in rotazione radiofonica in questi giorni. Il brano gli è piaciuto molto, mi ha solo chiesto se poteva apportargli qualche modifica – racconta Massimo Bigi- dopodiché è nata ‘Come se fosse facile'”.

A questo punto, prosegue ilBigi “è partita la sfida. Poi è arrivato il lockdown che ha cambiato i nostri programmi ma che non ci ha impedito di interagire sulla costruzione dei brani che dovevano far parte dell’album”. Un album, composto da dieci canzoni, che comprende un altro brano in cui Enrico Ruggeri canta assieme a Massimo Bigi, che vede Andrea Mirò prima suonare il violino e poi duettare con Bigi, e la partecipazione di Silvio Capeccia dei Decibel.

“Tutto realizzato nella massima serenità, come se fosse stato un incontro tra amici. Si è respirato un clima tale -osserva Massimo Bigi- che io lo definisco ‘l’album delle vacanze’. Non c’è mai stato un attimo di tensione, come invece spesso accade per le grandi produzioni. C’era un clima quasi di ‘scazzo’, di serenità che si percepisce ascoltando il disco”.

Un disco che nasce senza particolari aspettative: “Sono molto frastornato -sottolinea Bigi- perché mi ritrovo a fare cose che non fanno parte della mia vita, come ad esempio le interviste. Sono però anche molto sereno perché, ripetendo le parole di Enrico, ‘facciamo questo gioco non avendo nulla da perdere’. Io alla mia età non devo dimostrare nulla a nessuno né tanto meno a me stesso. Vivo la mia quotidianità. Le perplessità le ho avute molto all’inizio perché, dall’esperienza che ho avuto nell’ambito musicale, mi sono sempre ritrovato a lavorare con artisti con un forte carisma, una grande personalità. Il mio però -sottolinea- non è un mestiere, è una sorpresa, un regalo, quasi una dimostrazione di riscossa per quei tanti artisti, bravissimi, che non hanno mai sfondato”.

“Ho diversi amici che suonano e cantano, anche di livello, che non hanno mai avuto la fortuna di realizzare il loro sogno. Mi hanno tutti incoraggiato ad andare avanti in questo progetto, vedendomi un po’ come loro paladino. Amici che per trent’anni si sono arrampicati sulle scale musicali senza mai aver avuto fortuna. Ecco -conclude- per tutti loro io rappresento una sorta di riscatto, la dimostrazione che ‘mai dire mai’, tutto è sempre possibile e certe soddisfazioni ce le possiamo togliere anche alla nostra età”.

 

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