Negrita: “Dove la nostra generazione ha sbagliato?’ La risposta nell’album ‘Canzoni Per Anni Spietati’

Last Updated: 28 Marzo 2025By Tags: , , , ,

Musica

‘Canzoni Per Anni Spietati’ (USM/Universal). I Negrita tornano, dopo sette anni di silenzio, con un album dai contenuti forti, che sottolinea i ‘mali’ del nostro tempo come la solitudine che vede coinvolte sopratutto le nuove generazioni, l’odio verso l’altro, l’uso spietato dei social. Tutti concetti espressi in modo ruvido da testi come ‘Non siamo innocenti amico mio’ e ‘Noi siamo gli altri’. O come la ‘lettera ai padroni della terra ‘Nel blu’.  Un concept album di 9 brani che rappresenta un atto di libertà creativa e di pensiero che li ha però portati a chiedersi “dove la nostra generazione ha sbagliato”.

‘DOPO LA PANDEMIA NON RIUSCIVAMO PIU’ A SCRIVERE’

“Dopo la pandemia non riuscivamo più a scrivere”, racconta Enrico ‘Drigo’ Savi durante un incontro con la stampa nella sede di Universal a Milano. Pandemia “che poteva essere un momento di crescita umana dalla quale, invece, ne siamo usciti divisissimi. Ci siamo trovati con tantissimo tempo a disposizione, perchè tutti eravamo chiusi in casa, con una sensazione di non potere e non volere scrivere. Per scrivere occorre avere una visione del futuro. Visione che durante il lookdown non avevamo. Era calato un sipario nero e nessuno sapeva cosa sarebbe successo. Non volevamo raccontare il dramma che stavamo attraversando per cui abbiamo avuto un vero blocco creativo”.

Tutto si è sbloccato “grazie a una scoperta inaspettata”, spiega Paolo ‘Pau’ Bruni. “Studiando una parte della musica americana, in particolare il folck, siamo risuciti a rimettere insieme i pezzi. I testi arrivavano come se fossimo posseduti da un’altra identità. I pianeti si sono allineati e la musica è diventata lo spazio perfetto per accogliere le parole. Abbiamo preso il folck e lo abbiamo arricchito con influenze diverse. Si tratta di un concept album perchè se si leggono i testi c’è una narrazione continua, un flusso volutamente altalenante che ci accompagna fino alla fine. E alla fine del viaggio si capisce ciò che volevamo dire. Tanto basta per farsi un’idea precisa”, spiega la voce dei Negrita.

‘OCCORRE RITROVARE IL PROSSIMO’

Nonostante tutto però nell’album dei Negrita non manca la speranza per il futuro. Ma per un futuro migliore, insiste Pau “occorre anzitutto ritrovare gli altri, il prossimo. Se non ci riusciamo abbiamo fallito”. Un concetto ben rappresentato dal brano ‘Dov’è che abbiamo sbagliato’. “Se quello che sta succedendo è frutto della nostra generazione beh, allora abbiamo sbagliato qualcosa. La nostra generazione ha ereditato un grande mondo dai nostri genitori. Ci hanno regalato un’eredita culturale e sociale immensa ma non siamo stati capaci di trarne una lezione, di comprendere fino in fondo il loro insegnamento. Dov’è quindi che abbiamo sbagliato?”

E LE NUOVE GENERAZIONI?

E per quanto riguarda le nuove generazioni? “Le nuove generazioni stanno vivendo in un mondo molto complesso e stratificato”, sottolinea Pau. “Faranno fatica a capire qual è la realtà delle cose, qual è il giusto sentire e il giusto percorso per andare avanti. Per portare l’umanità in maniera positiva al prossimo step. La loro difficoltà più grossa sarà capire quale potrà essere la retta via perchè li abbiamo lasciati davanti a un incorcio con settemila cartelli diversi. Non hanno una chiara lettura del presente e non c’è nessuno che gli sta indicando la via e quindi sacrificheranno un po’ della loro esistenza per realizzare tutto ciò”.

BOB DYLAN

Tra le sorprese del disco spiccano due omaggi importanti, scelti per il loro valore simbolico e per la loro profonda connessione con le tematiche centrali dell’album. Il primo è ‘Song to Dylan’, un brano ispirato a Bob Dylan, figura emblematica del cantautorato ribelle e poetico che rappresenta la voce degli outsider. La band, attraverso questo omaggio, richiama quello stesso spirito di libertà creativa e di riflessione profonda che attraversa l’intero disco.

FRANCESCO DE GREGORI

Il secondo omaggio è una reinterpretazione di ‘Viva l’Italia’ di Francesco De Gregori. Un classico della canzone d’autore italiana che affronta, con profondità e sensibilità, la complessità dell’identità nazionale. La band sceglie di rileggere questo brano alla luce delle nuove tensioni sociali e culturali, offrendo una versione capace di dialogare con il presente.

‘IL MONDO VA ALLA DERIVA’

“Non serve chissà quale grado di sensibilità per capire quando il mondo che ti ha cresciuto sta scivolando verso una deriva tossica preoccupante”, concludono i Negrita. “Le opzioni per un artista sono due. O si gira dall’altra parte guardandosi la punta dei piedi o prende di petto la situazione denunciando, con le armi che ha, quello che non va. Con ‘Canzoni per Anni Spietati’ abbiamo deciso di non far finta di niente, conveniente o meno che sia”.

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