‘Dresda’, il primo Ep dell’omonima band milanese
‘Dresda’, il primo EP dell’omonima band milanese, è un grido di speranza che accorcia la distanza fra alt-rock e post-punk. Dresda è la ‘Firenze sull’Elba’, una città di forte fermento artistico e culturale, rasa al suolo dal devastante bombardamento alleato del 1945, città della DDR fino alla caduta del muro di Berlino. ‘Dresda’ è anche l’EP della band, che fa suo questo luogo-simbolo di confine tra est e ovest, ennesima macchia sulla coscienza dell’uomo moderno. L’EP verrà presentato live il 15 gennaio in un release party presso il Detune di Milano.
DRESDA
La produzione dei Dresda segue gli stilemi di un rock senza tempo: semplice, provocatorio e diretto. Un alt-rock dalle influenze più varie che si mescolano in una pasta vintage che ricorda i Fontaines DC come i Pixies. Dresda ripercorre storie di cronaca, per alcuni vissute e sentite come esperienze dirette, facendo spesso ‘nomi e cognomi’. Pochi brani, tutti molto a fuoco nei loro intenti comunicativi e stilistici, che compongono una tracklist breve, ma assai coerente.
I Dresda si guardano intorno, avanti e, soprattutto, indietro. Ampliando lo sguardo e cambiando non solo punto di vista ma anche tipo di lente nel tentativo di cogliere la complessità di questo pianeta. Toccati dalle storie nel profondo, la band tiene vivo il ricordo di chi ha pagato con la propria vita in nome di un ideale di cambiamento.
Dopo i primi due singoli ‘Nettuno’ e ‘Una canzone d’amore’, brani che inaugurano l’EP, ‘Dresda’ offre due nuove prospettive musicali. ‘Cap a la ciutad monstre’, brano che nel titolo e nella struttura fa tornare alla mente i CCCP. ‘Colpevole’ invece, brano di chiusura, è un passo indietro verso una prospettiva personale. racconta di un rapporto con una persona cara ormai troppo lontana per abitare il nostro stesso spazio-tempo.