All’Auditorium di Milano il violinista austriaco Benjamin Schmid diretto da Emmanuel Tjeknavorian

MilanoMusica

Il violinista austriaco Benjamin Schmid arriva all’Auditorium di Milano venerdì 24 (ore 20) e domenica 26 gennaio (ore 16), sotto la bacchetta di Emmanuel Tjeknavorian. Sesto programma sinfonico della Stagione 2024/2025, per il direttore: il Concerto n.2 per violino e orchestra in Si minore ‘La Campanella’ di Niccolò Paganini.

EMMANUEL TJEKNAVORIAN

Un impaginato, quello proposto per il 24 e il 26 gennaio, ben riassunto dalle parole di Emmanuel Tjeknavorian, Direttore Musicale dell’Orchestra Sinfonica di Milano. “Questo programma -sottolinea- mette in mostra il virtuosismo nella sua forma più abbagliante. L’immaginazione orchestrale di Liszt, l’estro diabolico di Paganini e il fascino di Saint-Saëns offrono un tripudio di genialità. Reso ancora più avvincente dalla straordinaria personalità musicale di Benjamin Schmid”.

‘LA CAMPANELLA’

‘La Campanella’ è simbolo dell’idea del ‘diabolico in musica’ e la ricerca tra le pieghe dell’animo umano e tra i suoi misteri. La creatività si svela, come scriveva Friedrich Nietzsche “come una stella danzante, che si origina dal caos, dalle trame oscure, dai luoghi irrisolti e mai indagati”. Nell’Ottocento si spostò il focus del concetto di ‘Diabolus in musica’ dall’intervallo di tritono ad alcune tipologie di virtuosismo, perfettamente incarnato dalla figura di Paganini.

NICCOLO’ PAGANINI

Paganini ha impersonificato perfettamente il ruolo del ‘Diabolus’. Integrando la sua straordinaria abilità tecnica e stile performativo, il suo virtuosismo e il suo aspetto fisico caratterizzato da elementi spettrali ed emaciati. Visto come uno strano mago del violino, è stato intravisto in modo allusivo anche come un agente del diavolo. A questo proposito Heinrich Heine lo racconta con queste parole: “I lunghi capelli neri gli ricadevano in riccioli trascurati sulle spalle. Formavano una cornice scura intorno al viso pallido e cadaverico, sul quale il dolore, il genio e l’Inferno avevano inciso le loro linee indistruttibili”.

FRANZ LISZT

Nell’incarnazione dell’idea di Diabolico in musica durante l’Ottocento partecipano anche gli altri due autori in programma. Il primo è Franz Liszt, con la versione orchestrale del ‘Mephisto Waltz’,composizione in cui si percepisce vivida la fascinazione per la figura del ‘Faust’ di Goethe. L’uomo che, per ottenere la conoscenza assoluta, vende la sua anima al diavolo. Questo ci rimanda in qualche misura alla personalità del compositore ungherese, proteso per tutta la vita verso una conoscenza totale attraverso la musica.

CAMILLE SAINT-SAENS

Il secondo è Camille Saint-Saëns, di cui si propone la Sinfonia n. 3 in do minore, che vede all’organo Alberto Gaspardo. Saint-Saëns, straordinario organista, lasciò in questo lavoro sinfonico al suo strumento prediletto un’importante parte da solista, che si svela e che con la sua potenza fa immaginare mondi inauditi e tenebrosi.

Credit Photo: Angelica Concari

Condividi questo Articolo