‘Does water have a space in water?’, alla casa degli Artisti di Milano open studio di Sofiya Chotyrbok

Last Updated: 11 Dicembre 2024By Tags:

ArteMilano

A partire da giovedì 12 dicembre, Sofiya Chotyrbok, artista selezionata per la residenza AAA Atelier Aperti per Artista, presenterà Does water have a space in water?, un’installazione site-specific ambientale in forma di video-performance. L’opera, immersiva e onirica, esplora il rapporto tra memoria, spazio e identità, riflettendo sul carattere fluido della memoria e sul concetto di appartenenza.

L’acqua simbolo di memoria e narrazione

Al centro della narrazione si trova l’acqua, che diventa sia guida sia strumento. Fluida e massiva, enigmatica e permeabile, essa rappresenta contemporaneamente barriera e chimera. Questo elemento naturale è il nucleo concettuale e narrativo dell’opera, che offre una rappresentazione del continuo bisogno umano di riplasmare la memoria e trovare il proprio spazio materiale e psicologico.

Un archivio personale che diventa universale

L’opera si basa su un archivio familiare privato di registrazioni domestiche, simbolo delle esperienze migratorie della famiglia dell’artista. Attraverso un processo di decostruzione e reinterpretazione, Chotyrbok ha trasformato quei frammenti di memoria in un’opera che parla universalmente della condizione umana: il bisogno di trovare il proprio spazio fisico e psicologico nella società.

Influenze filosofiche e una visione spaziale della memoria

Ispirata da testi filosofici come Materia e memoria di Bergson e La poetica dello spazio di Bachelard, l’artista esplora come corpo e mente ricordino più lo spazio che il tempo. Attraverso simbolismi, gesti rituali e immagini, l’installazione guida i visitatori in una riflessione sull’interiorità e l’esteriorità, tra intimità e condivisione. In questo contesto, l’acqua diventa simbolo della memoria: una materia viva, mutevole, che deve essere custodita e trasmessa. Capace di oltrepassare barriere e costruire connessioni, essa rappresenta la possibilità di superare fratture tra solitudine e appartenenza. L’opera intreccia i temi della costruzione di ponti e della difesa di spazi intimi, mostrando come l’ingegno umano sia capace di generare sia unione che separazione.

Info

L’opera sarà visitabile presso la Casa degli artisti, via Tommaso da Cazzaniga, da martedì alla domenica, dalle 12.30 alle 19.00. Chiusura il lunedì. Fino al 21 dicembre.

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