‘L’infinita speranza di un ritorno’, vita e poesia di Antonia Pozzi al Gerolamo
Un percorso teatrale che esplora il mistero e la bellezza della vita e della poesia di una delle voci più intense e misteriose del Novecento italiano. Lo spettacolo, L’infinita speranza di un ritorno, affronta la figura di Antonia Pozzi, poetessa milanese, attraverso un intreccio di parole, musica e immagini, un viaggio emozionante e profondo che vuole restituire la forza della sua poesia, la sua intimità e la sua incommensurabile bellezza.
Con Elisabetta Vergani, Filippo Fanò e la direzione di Maurizio Schmidt, lo spettacolo, di scena al Teatro Gerolamo – sabato 9 novembre alle 20 e domenica 10 novembre alle 16 – offre una riflessione sensibile sulla sua vita breve ma intensamente vissuta. La drammaturgia di Elisabetta Vergani, ispirata ai diari, alle lettere e alle fotografie di Antonia, accompagna il pubblico alla scoperta di una figura che ha incarnato un’autentica passione per la vita e la poesia, nonostante il dramma che ha segnato la sua esistenza.
L’interazione tra le parole poetiche di Pozzi e la musica di Filippo Fanò, eseguita al pianoforte, crea un ambiente sensoriale che amplifica la sua ricerca esistenziale e artistica. Le luci di Massimo Guarnotta e la scenografia evocativa accompagnano lo spettatore in un’esperienza che miscela suggestioni intime e poetiche, dando vita a un diario dell’anima attraverso il linguaggio del teatro.
UNA POETESSA UNICA E RIVOLUZIONARIA
Antonia Pozzi, nata a Milano nel 1912, è una figura che ha lasciato un segno profondo nel panorama poetico italiano, anche se la sua breve esistenza (terminata tragicamente con il suicidio a soli 26 anni) ha impedito che fosse riconosciuta in vita. Nonostante non abbia mai visto pubblicate le sue poesie durante il suo breve cammino sulla Terra, oggi Antonia è considerata una delle voci più alte della poesia del Novecento. La sua opera, caratterizzata da una forte tensione interiore e un rapporto profondo con la natura, ha cominciato a emergere alla luce del giorno grazie al supporto di autori come Eugenio Montale e altri critici che, nel dopoguerra, hanno permesso la pubblicazione dei suoi scritti inediti.
Il suo percorso di vita è costellato da esperienze e incontri che l’hanno formata, in particolare le sue relazioni con figure intellettuali e affettive come Antonio Maria Cervi, Remo Cantoni e Vittorio Sereni. La Pozzi si distingue per la sua ricerca incessante della libertà espressiva, una libertà che per lei significava la possibilità di scrivere e fotografare, di rivelarsi nella sua verità di donna e poetessa.
Nonostante l’iniziale ignoranza della sua poesia da parte del mondo intellettuale, l’oggi la considera una figura di grande modernità, una poetessa che, con una voce straordinariamente femminile, ha saputo raccontare il suo rapporto con il mondo e con la sua epoca. La sua poesia è vissuta “tutta dal di dentro”, come ha scritto in uno dei suoi testi più celebri, e oggi viene letta come una testimonianza di un’identità femminile che, sebbene appartenente al Novecento, è assolutamente contemporanea.
MEMORIA ED EMOZIONE
Lo spettacolo L’infinita speranza di un ritorno si configura quindi come una riscoperta di questa figura misteriosa e appassionata, che ha vissuto la sua arte come una vera e propria sfida esistenziale. La drammaturgia di Vergani non si limita a raccontare la sua storia, ma cerca di interpretare il cuore stesso della sua poesia, per restituirne il pathos e l’intensità.
La scelta di utilizzare la fotografia come parte integrante dello spettacolo è un richiamo alla sua passione per questo mezzo, che per Antonia Pozzi non era solo un modo di fermare l’immagine, ma una forma di indagine del reale, una lente attraverso cui esplorare l’anima del mondo. Le fotografie proiettate sul palco interagiscono con la poesia, creando un legame tra le immagini e le parole che trascende il tempo e lo spazio.
La performance si svolge in un tempo di 70 minuti senza intervallo, un tempo che sembra sospeso, in cui il pubblico è invitato a entrare nel mondo di Antonia Pozzi, a vivere con lei il dolore e la speranza, la solitudine e la passione che hanno animato la sua breve vita. Un’esperienza teatrale che, pur partendo dalla memoria di una poetessa del passato, ci parla di temi sempre attuali, come la ricerca di sé, la libertà, l’identità e il rapporto con il mondo.
INFO SPETTACOLO
Durata: 70 minuti senza intervallo
Orari: sabato ore 20 | domenica ore 16
Prezzi: da 12 a 30 €
Dove: Teatro Gerolamo, Piazza Cesare Beccaria 8, Milano
Info e prenotazioni:
Uffici: 02.36590120 / 122 | Biglietteria: 02 45388221
biglietteria@teatrogerolamo.it | info@teatrogerolamo.it