‘Da Marco a Marco’, Marco Cappato ricorda Marco Pannella

MilanoTeatro

‘Da Marco a Marco’. Marco Cappato porta a teatro il suo ricordo di Marco Pannella e delle tante ‘battaglie’ affrontate insieme. Lo spettacolo, in scena lunedì prossimo, 11 novembre, al Teatro degli Arcimboldi, scritto dallo stesso Cappato e da Alberto ‘Bebo’ Guidetti parla di vita, di morte e della libertà che le attraversa.

MARCO PANNELLA

Lo spettacolo prodotto da Alveare Produzioni, è un viaggio in compagnia del coraggio di Marco Pannella. Un percorso che parte da Monza (dove Marco Cappato, nato nel 1971 a Milano, è cresciuto) e arriva all’ONU e al Parlamento Europeo. Passando per tribunali, carceri e marciapiedi, fino a condurre in Svizzera per esaudire la richiesta di libertà davanti alla sofferenza. La disobbedienza civile come forma e sostanza che cambia il mondo un pezzo alla volta. Tra un arresto al Pride di Mosca, gli abbracci con il Dalai Lama, la legalizzazione delle droghe e le prime prove di democrazia digitale. Più che una storia politica si potrebbe dire un’avventura politica che parla alla vita di ognuno di noi anche quando non ce ne accorgiamo. ‘Da Marco a Marco’ sono trent’anni di cambiamenti, successi e sconfitte di uno che è stato anche parlamentare eletto in Italia: per tre giorni.

MARCO CAPPATO

“Ho deciso che è arrivato il momento di raccontare la mia storia uscendo per un attimo dalla cronaca quotidiana”, racconta Marco Cappato. “Mi sono reso conto che persino chi conosce bene me e l’Associazione Luca Coscioni in realtà sa poco di battaglie entusiasmanti e spettacolari. Battaglie su temi, drammi e speranze che appartengono al vissuto di ciascuno. Nel frullatore della comunicazione istantanea restano nascoste, o sepolte, vicende capaci di cambiare il nostro Paese. E rischia di andare perduta la memoria della persona Marco Pannella alla quale devo molto di ciò che ho imparato”.

‘DA MARCO A MARCO’

“Con questo spettacolo voglio far rivivere al pubblico anche la dimensione più umana e personale di episodi che, anche quando hanno raggiunto il ‘grande pubblico’”. Spiega Cappato. “Lo hanno fatto magari o solamente attraverso un titolo di giornale o un immagine che resta impressa nella mente. Parlo delle storie di Luca Coscioni, Piergiorgio Welby o Dj Fabo, ma anche dei referendum, delle disobbedienze civili e degli scioperi della fame”.

“Di quelle storie, però, si dimentica col tempo la posta in gioco per le vite di ciascuno. Rimane il ricordo di ‘eccessi’ spesso giudicati scandalosi, fuorilegge e provocatori”, prosegue Cappato. “Ma in linea con quel ‘lungo, immenso e ragionato sregolamento di tutti i sensi’ invocato dal poeta Arthur Rimbaud e che Pannella considerava il migliore manifesto per il Partito radicale”.

L’ASSOCIAZIONE LUCA COSCIONI

“Sono convinto che raccontando a teatro, fuori dal recinto della comunicazione politica, il presente e il passato riusciremo a guardare meglio anche al futuro. Guardare a nuove speranze e obiettivi, a partire da quelli dell’Associazione Luca Coscioni e di Eumans sul diritto alla scienza. Sull’innovazione politica, l’intelligenza artificiale civica, gli psichedelici e le nuove forme di partecipazione digitale senza i quali è la democrazia stessa ad avere gli anni contati”.

 

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