Claudio Baglioni all’Arena di Verona, 8 tappe per un lungo addio
Claudio Baglioni torna all’Arena di Verona per quella che sarà la sua ultima volta nell’anfiteatro scaligero. Baglioni porterà ancora una volta il suo concerto ‘Atuttocuore’ per otto appuntamenti (19, 20, 21, 22, 25, 26, 27 e 28 settembre) in vista del suo addio alle scene che, come ha lui stesso annunciato, avverrà nel 2026, salvo ripensamenti dell’ultima ora.
Adesso, ha sottolineato Baglioni in occasione di un incontro con i rappresentanti dell’Ordine degli architetti veronese “è per me impensabile un ripensamento che vedo impraticabile proprio perché i prossimi appuntamenti non saranno replicabili”.
Dopodiché, ha annunciato “mi piacerebbe dedicarmi alla musica, studiare pianoforte, armonia, composizione. Vorrei tentare qualcosa di più ampio rispetto alla forma canzone, qualcosa di diverso come ad esempio delle opere musicali”. Nel frattempo, dopo gli ultimi concerti all’Arena di Verona di certo ci sarà un tour nei teatri lirici. Tra questi la Scala di Milano resta per Baglioni un sogno “perché è un vero tempio della musica. Comunque -ha sottolineato- ho già fatto un numero impressionante di concerti nei teatri e mi piacerebbe continuare. Suonare nei teatri mi dà una sensazione di tranquillità, mi mette serenità”.
Per quanto riguarda la scadenza del 2026 che si è dato “non è un addio ma un percorso di chiusura. Non c’è un diagramma preciso. Potrei decidere anche di andare a suonare all’estero”, ha aggiunto tra il serio e il divertito in attesa di mettere mano ad un nuovo album che non è ancora in lavorazione ma che da qui ai prossimi due anni potrebbe vedere la luce.
“Sono un architetto credente ma non praticante”, racconta Baglioni che si è laureato in architettura nel 2004 e che ha accolto oggi a Verona l’iscrizione all’elenco d’onore dell’Ordine scaligero degli architettI per come ha saputo trasformare l’Arena in occasione dei suoi concerti nel 2018 “recuperando il valore identitaria del luogo, quello di anfiteatro -recita la motivazione- mettendo in atto un cambiamento dal quale d’ora in avanti non si potrà prescindere”. “Mi sono laureato vent’anni fa da studente lavoratore -ha ricordato Baglioni- ed è una laurea c’era perché ho anche dato l’esame di Stato. Mi sono laureato perché era il desiderio di mia mamma che ha sempre voluto che facessi un lavoro vero”. “Tra la musica e l’architettura ci sono molti punti in comun. La musica -ha spiegato- è una forma di architettura senza edifici”.