Caritas Ambrosiana: +17,9% le persone aiutate nel 2023. Situazione più stabile rispetto al 2022
Rispetto al 2022, il numero di persone ascoltate e aiutate dalla Caritas Ambrosiana è aumentato del 17,9%. Rispetto al triennio 2020-2022 si osserva una stabilizzazione della situazione: l’emergenza legata prima alla pandemia, poi alla guerra in Ucraina e all’aumento dei costi delle materie prime e dell’inflazione sembra in fase di attenuazione, anche se il flusso di persone in cerca di aiuto resta elevato. E’ quanto emerge dal Bilancio sociale 2023, che indica in oltre 50 mila le persone ascoltate, accompagnate, aiutate.
EROGATI 100MILA AIUTI
Negli scorsi 12 mesi, in particolare, i 168 centri di ascolto del campione oggetto di rilevazione si sono occupati di 14.697 persone, i 17 servizi di 34.719 persone e gli uffici delle 18 aree di bisogno di 1.944 persone. Gli aiuti (diversi tipi di azioni) complessivamente erogati sono stati in totale oltre 100 mila. Tutta questa attività è stata resa possibile grazie all’impegno di 40 dipendenti e circa 10 mila volontari. La dimensione economica di questo poliforme impegno ha sfiorato i 18 milioni di euro: sul versante delle spese, l’87,13% è stato dedicato a finanziarie direttamente le azioni di contrasto delle svariate forme di povertà ed esclusione sociale, mentre il 12,87% è servito a coprire spese generali, di personale, di comunicazione, di raccolta fondi e altre spese di funzionamento. I proventi di cui Caritas ha potuto disporre derivano in buona parte (oltre 8 milioni di euro su quasi 18) da erogazioni liberali, frutto delle quasi 23 mila donazioni di cui l’organismo ha potuto fruire.
IL LAVORO POVERO SPINGE A CHIEDERE AIUTO
Tra le persone incontrate, prevalgono gli immigrati (quasi esclusivamente extracomunitari in possesso di regolare permesso di soggiorno). Dal punto di vista dell’età, si conferma il dato del 2022 per le fasce di età più anziane (ultra65enni e 55-64enni), che hanno fatto registrare l’aumento più importante, in termini di accessi a sportelli e servizi, rispetto al periodo precedente la pandemia (+83,7% gli ultra65enni, +42,3% i 55-64enni). I principali bisogni manifestati da chi chiede aiuto sono reddito (69,9%), occupazione (33,1%) e problemi abitativi (14,8%). Fino al 2018 l’ordine era invertito: l’occupazione rappresentava il primo bisogno. Questa tendenza conferma il consolidarsi del fenomeno del “lavoro povero”, con i guasti sociali che esso determina. Il Rapporto, con questi e altri dati, sarà pubblicato e presentato nella sua versione integrale in vista del 17 ottobre, Giornata mondiale di lotta alla povertà.