Il circolo delle parole, nasce un nuovo gruppo di lettura: lo IEO Book Club ideato e curato da Sabina Colloredo
I gruppi di lettura sono un fenomeno in continua crescita; c’è chi ha tentato invano di censirli ma è impossibile scattare una foto che li ritragga tutti. In provincia e in città, trasversali per età, sono alimentati da biblioteche e librerie come per esempio, per restare a Milano, il Nessi(e) book club della libreria NOI in via delle Leghe; da scrittori come il GLITCH Book club curato da Jonathan Bazzi alla libreria Verso, mentre altri hanno dimensioni più intime, come il Circolo Minerva ideato nel 2019 da Anna Venturino (la sua casa in zona Magenta ne è la sede). Tutti insieme, rappresentano una macchina inesauribile di promozione della lettura, e della socialità, del nostro Paese.
Di recente ne è nato uno molto speciale, che merita di essere raccontato. Lo ha ideato, e lo cura, Sabina Colloredo, autrice di oltre duecento libri, molti dei quali per ragazzi, tutti di grande successo (l’ultimo è “Tenetemi stretta”, edito da Carthusia, che ha a che fare con quel che qui raccontiamo). Colloredo ha fondato lo IEO Book Club – Il circolo delle storie – e il nome mette in risalto una collaborazione chiave, quella con l’Istituto Europeo di Oncologia. Ne parliamo con Colloredo, proprio a margine dell’ultimo incontro, che ha avuto come protagonista Donato Carrisi e il suo thriller “L’educazione delle farfalle” (Longanesi). Chi scrive ha partecipato e, all’istante, complice anche la disponibilità e la profondità dell’autore, si è sentita parte di una piccola comunità in cui si può ascoltare, semplicemente, o porre
domande, suggerire percorsi. Quel che colpisce è il tono di voce che ha questa conversazione che restituisce, alla fine, la sensazione di essere stati in un luogo amico, senza etichette, se non quella della gentilezza e della qualità del tempo condiviso.
Da dove cominciamo a raccontare la storia di questo gruppo di lettura così particolare?
Lo IEO Book Club nasce da un fulmine che cade nel Chianti, in una calda notte di maggio, dopo una splendida giornata in cui avevo incontrato le classi dei miei lettori. La vita sa sorprenderci e da quella notte, dall’annuncio che mi hanno dato all’ospedalino del paese dove ero arrivata di corsa, sono diventata una paziente oncologica, oltre che mamma, scrittrice, donna, amica, e insomma tutte le sfumature delle nostre vite, come ero stata fino ad allora.
E’ diventata una paziente, senza smettere di essere una scrittrice
Non ho mai smesso di scrivere e leggere in questi due anni. Le parole possono essere terapeutiche e farti sentire meno sola. A questo ho pensato e in questo ho creduto quando ho proposto il Book Club alla dottoressa Gabriella Parma e al dottor Giovanni Aletti, due eccellenze IEO dal punto di vista professionale, umano, culturale e di visione del paziente. Entrambi hanno subito compreso la potenzialità di questo circolo di lettura in cui le parole buone potessero mettere in contatto, farci star bene, creare una comunità che riparte dai libri e dalla letteratura. La mia professione mi porta a parlare di storie con le persone e in ogni occasione ho avuto la certezza che le parole condivise creino legami profondi.
Che impostazione ha voluto dare?
Scelgo un libro al mese e do un mese di tempo per acquistarlo e leggerlo, quindi a data stabilita, avviene l’incontro online con l’autore o l’autrice. La scelta avviene secondo alcuni criteri: niente storie dove il compiacimento della sofferenza, di traumi o malattie dilaghi nel racconto. Non ci fa bene. La vita è fatta anche di questo, ma non può essere l’unico soggetto di una storia. Gli autori devono essere italiani, l’intervento di un traduttore sarebbe complicato da gestire, mentre i lettori devono poter fare direttamente le domande ed avere una risposta simultanea.
Chi sono stati gli interlocutori, perché sappiamo che le grandi organizzazioni non sempre sono agili nel realizzare piccoli grandi progetti.
Ho incontrato da subito la disponibilità e l’interesse dello staff IEO che mi ha preso in cura due anni fa. La dottoressa Gabriella Parma, il dottor Giovanni Aletti, di cui ho già parlato prima, e poi le oncologhe Mariateresa Lapresa e Silvia Derio, il dottor Fedro Peccatori e l’efficientissimo ufficio stampa ed eventi IEO, Benedetta Bandi e Giulia Caldara. Con questo progetto lo IEO, va detto, è il primo istituto di cura che offre uno spazio di qualità letteraria ai proprio pazienti e che promuove, e mette in atto, la terapeutica delle parole per contrastare l’isolamento e l’apatia, il disinteressa per le piccole cose della vita, che si genere in questo lungo percorso.
Come funziona e a chi si rivolge questo gruppo di lettura?
Come dicevo prima, ogni titolo lo scelgo nella produzione italiana recente e le novità sono più stimolanti. Cerco di alternare anche i generi e gli stili degli autori. Il primo incontro ha avuto come protagonista Francesca Maccani con il suo romanzo storico “Le donne dell’Acquasanta” (Rizzoli), il secondo Donato Carrisi. Sul sito dello IEO Book Club viene indicato, e promosso, l’appuntamento con il libro. Lo stesso avviene sui social IEO e all’interno dell’Istituto. A breve apriremo anche una pagina Facebook dedicata proprio al Book Club. Chiunque, letteralmente, poi può iscriversi: gli incontri si tengono online per dare modo a tutti – chi è a casa, sulla strada di rientro dal lavoro o si trova all’ospedale – di partecipare. La comunità non è di soli pazienti, ma anche di parenti, operatori, medici e lettori che condividono questa esperienza.
Nell’ultimo incontro gli iscritti sono stati 270
Il numero dei partecipanti è in crescita grazie al passaparola e al fatto che si possa entrare e sedersi alla tavola rotonda delle parole ovunque ci si trovi: durante l’ultimo incontro ha posto una domanda una signora che viveva a Barcellona, Spagna. C’erano lettrici da Udine, Siracusa e Sassari. Chi al momento è ricoverato, può partecipare dalla sua stanza o può andare in una saletta dove viene proiettata la diretta. E magari nella stanza di fianco ci sono medici o infermieri che partecipano alla fine del turno e a casa i famigliari che condividono con un loro caro questo momento. E poi moltissimi che hanno sentito parlare di noi e degli autori che
coinvolgiamo e che si sono iscritti grazie al passaparola che resta, appunto, un formidabile strumento di diffusione della lettura.
Qual è il segreto di un book club che funziona, per sua esperienza?
Il segreto è il libro al centro della tavola e la storia che ci consegna perché diventi nostra, che se ne possa parlare, possa far circolare le nostre idee e le nostre emozioni. Che dentro ci sia vita di cui discutere. Che faccia accadere quello che la letteratura da sempre promette: di non farci sentire soli nell’esperienza di gioia, di preoccupazione, di esaltazione, di dubbio che in quel momento viviamo.
Il prossimo incontro al quale invitare tutti i lettori del Mohicano?
Sono molto felice, perché avremo con noi Lorenza Gentile, un’autrice dalla penna profonda e delicata, che seguo dal suo esordio, e con cui parleremo del suo libro “Le cose che ci salvano” (Feltrinelli) dove protagonista è una ragazza tuttofare che ha il talento e il sogno di aggiustare le cose che gli altri buttano o rompono. Un tema che sentiamo tutti vicino.
Per iscriversi e partecipare https://www.ieo.it/it/SCIENCE-IN-SOCIETY/Le-nostre-iniziative/Book-Club/
SABINA COLLOREDO è una delle voci più amate della letteratura per ragazzi. Ha pubblicato quasi duecento libri: romanzi, biografie femminili, raccolte di poesie, albi illustrati e racconti mitologici. Ha scritto romanzi storici per adulti. I suoi libri sono tradotti in tutto il mondo. Da trent’anni fa formazione alla lettura nelle scuole.