Dolce&Gabbana, una storia d’amore con Milano
Una lunga, lunghissima storia d’amore è quella che lega Domenico Dolce e Stefano Gabbana a Milano. In questa città il loro percorso artistico ha preso vita concretizzandone la fame di bellezza e di stile in un marchio simbolo del made in Italy nel mondo, ma profondamente radicato nella cultura e nell’identità stessa della metropoli. Dolce&Gabbana sono arrivati a Milano e qui si sono fermati, scegliendola come casa della loro realtà in continua evoluzione e inserendo il loro domicilio nel tessuto cittadino in maniera così profonda e potente da farne un tutt’uno. E oggi più che mai, dal momento che per raccontare la loro arte e celebrare, al contempo, il quarantesimo anniversario del loro inizio con tutta la passione e la magnificenza che si conviene, si sono aperte per i due stilisti le porte di un luogo simbolo di Milano, Palazzo Reale.
IMMAGINARIO E SAVOIR FAIRE AL CENTRO DI UN’ESPERIENZA IMMERSIVA NELLA BELLEZZA
Sono le sue magnifiche sale a ospitare, fino al prossimo 31 luglio, ‘Dal cuore alle mani: Dolce&Gabbana’, una mostra che racchiude il savoir faire e l’immaginario al centro della visione estetica dei due creativi che affonda le sue radici nell’alto artigianato più sapiente e in uno sfaccettato universo di ispirazioni e suggestioni pregne di cultura tricolore. Un evento storico che vede per la prima volta il palazzo meneghino accogliere tra le sue sale la moda tout court rendendola portavoce non solo dell’essenza di Dolce&Gabbana ma anche di quella cultura, tutta italiana, che da sempre guida la mano dei due stilisti. Abiti in primo piano ma soprattutto un patrimonio creativo senza eguali che si muove tra sale tematiche, installazioni digitali e reali, opere d’arte, laboratori con sarti e artigiani colti in maniera interattiva per ripercorrere il lavoro di una vita.
DALL’INIZIO ALLA FINE
Dalla materia grezza allo chef d’0euvre. Dall’idea alla sua concretizzazione. Dal cuore, l’origine di tutto, a una forma realizzata, appunto, con quelle mani senza le quali la creatività rimarrebbe solo una mera aspirazione. Il risultato è un’immersione nella storia del brand declinata in un percorso espositivo che
ne raccoglie le creazioni più spettacolari provenienti dagli archivi di Alta Sartoria, di Alta Gioiellieria e di Couture, perfetta espressione di un’eccellenza artigianale nazionale che ha contribuito al successo di Dolce&Gabbana nel mondo.
UNA MOSTRA PER SCOPRIRE IL LEGAME TRA CULTURA E ARTE
Curata da Florence Muller e prodotta da IMG, con il patrocinio del Comune di Milano, “Dal cuore alle mani” è articolata in un susseguirsi di sezioni tematiche perfette per ricreare la magia sprigionata dagli abiti e illuminare i diversi aspetti della cultura italiana, fonte di quel bello universale che ha sempre ispirato i due stilisti. Arte, architettura, artigianato, le città e la loro topografia regionale; e ancora la musica, il balletto, l’opera e le tradizioni popolari, il teatro come la Dolce Vita, la Sicilia e insieme il Barocco diventano quadri in movimento graffiati dai codici stilistici di un brand che ha saputo trasferirne l’essenza in creazioni, le sue, dal forte contenuto artistico. Un universo hand made, perfezionato dalla maestria degli artigiani e in dialogo con una serie di opere commissionate a diversi visual artist – come Obvious Art, Vittorio Bonapace, Catelloo – da un marchio che non può più prescindere da Milano. Dove Stefano Gabbana è nato e in cui Domenico Dolce è arrivato, poco più che maggiorenne, chiedendo a quella stessa Madonnina, che ora come allora veglia su Palazzo Reale e sui milanesi, di poter realizzare tutti i
suoi sogni.
E COSI’ E’ STATO
“Abbiamo sempre saputo – affermano i due stilisti – che questa mostra apparteneva a Milano. Abbiamo un rapporto bellissimo con questa città, di affetto, complicità e stima. Qui è nato tutto, e ora siamo ritornati qui, proprio sotto la Madonnina a fare un punto, come un cerchio perfetto che si chiude. La nostra storia parte da qui ed è naturale che cominci anche questo nuovo, importante progetto per noi: sapere che la prima tappa della mostra sarà ospitata da Palazzo Reale, da un’istituzione culturale così prestigiosa, è un enorme onore per noi”.
NON SOLO MODA NELLA RELAZIONE CON MILANO
Moda sì, ma non solo. Se è vero che Dolce&Gabbana hanno punteggiato la skyline commerciale della città con i loro negozi e l’hanno resa passerella privilegiata per le loro collezioni e per quelle celebrities che, da tutto il mondo, sono accorse qui per scoprirle contribuendo a inserire Milano tra le capitali mondiali del fashion, la realtà è che hanno fatto anche di più. Orgogliosi fruitori delle bellezze cittadine, i due creativi si sono spesi per tutelarne la sopravvivenza, paladini di un mecenatismo avido di splendore e di conservazione che non si esaurisce negli abiti ma che da lì nasce e acquista nuovo vigore. Dal Teatro alla Scala, di cui sono fondatori-sostenitori da anni, ai progetti di valorizzazione del substrato cittadino locale più genuino culminato nel tributo alle botteghe storiche della città (con ‘Autentica’ del 2021) fino ai contributi per il restauro e la conservazione di elementi storici dello stesso Palazzo Reale, tutto ha contribuito a creare una narrazione milanocentrica imprescindibile per conoscere i due stilisti innamorati della loro città d’elezione.
TUTTO QUI EBBE INIZIO
Che qui si conobbero, nei primi anni 80, giovani ma già appassionati di moda, e che qui decisero di unire le forze per dare vita a un loro marchio di womenswear. Gli inizi non furono semplici ma la passione ebbe la meglio nel farli debuttare con la prima sfilata alla Milano Fashion Week del 1984 e li portò, dopo aver superato i marosi delle passerelle e la loro poca esperienza, a liberarsi man mano degli argini e a lasciare spazio alla loro vera, profonda matrice stilistica. Quale? Un pout pourri di ispirazioni con un unico fine, quello cioè di celebrare la sensualità femminile e mediterranea più vera, quella sfacciata e profondamente emotiva, capace di allargarsi dalla Sicilia all’intero emisfero ma senza mai rinunciare ai suoi vezzi caratteristici.
CORSETTI, RASI, PIZZI E CROCI, UN SIMBOLISMO FESTOSO CHE HA FATTO STORIA
Corsetti, rasi e pizzi, croci e simbolismi festosi in una cerimoniale orchestrato dal trionfo del nero e da capi iconici – come il vestito siciliano – destinati a fare la storia. E a fare quella storia contribuì anche un’italianità capace di dispiegare i suoi feticci a contatto con lo stile del brand che parlava con gli obiettivi dei grandi fotografi; che si esprimeva attraverso i volti delle donne e degli uomini più belli e fascinosi di sempre; che trovava sempre nuove espressioni aprendosi al menswear come al bambino, all’Alta Moda e all’Alta Sartoria come al mondo home e beauty, in una sintesi perfetta in grado di arricchire, anno dopo anno, la grammatica estetica di Domenico Dolce e di Stefano Gabbana. Un puzzle dalle mille sfumature, uno stile ineguagliabile di quei due ragazzi che, nel 1984, con poche migliaia di lire e tantissima creatività, scelsero quella città che, da allora, non ha mai smesso di sceglierli.