Lo Schiaccianoci. Perché è diventato il balletto natalizio per antonomasia?
(dalla nostra corrispondente da Londra, Antonella Zangaro)
Come una cartolina dal passato, ci sono storie che non hanno bisogno di essere reinterpretate per superare la prova del tempo. Ci sono tradizioni che si ripetono sempre fedeli a se stesse conservando e rinnovando gioia e stupore nel piacere di essere rivissute. Lo Schiaccianocidi Tchaikovsky silenziosamente ed inesorabilmente si è trasformato nel protagonista delle migliori tradizioni natalizie ed i teatri del mondo ne celebrano repliche ogni dicembre. Quest’anno vale una menzione speciale quella messa in scena dall’English National Ballet e portata sul palco del teatro Palladium di Londra.
Tutto avviene e secondo i ritmi della favola che debuttò in Russia nel 1892 e sbarcò in Europa, proprio a Londra, nel 1934. Il balletto si apre con attori che volteggiano sul palco trasformato in una città dalle strade di ghiaccio che si percorrono scivolando sulle lame dei pattini. Potrebbe essere la Germania, dove la favola di Hoffman è stata ambientata, ma potrebbe essere Londra ai tempi di Mary Poppins subito dopo Jane Austen. Gli abiti sono disegnati senza indugiare in alcun adeguamento, così come i piccoli e grandi ballerini cadono, scivolano e si inseguono sotto la neve di una serata festiva.
Per una volta gli strumenti della modernità aiutano a ricreare le atmosfere di un tempo senza chiedere di doverle adattare. Il contributo è quello di rendere realistica la finzione, il pavimento pare davvero ghiacciato e la neve sembra davvero cadere, sul palco del Palladium.
La storia dello Schiaccianoci porta in scena l’atmosfera idilliaca nella quale i bambini a Natale sono tutti felici e chi è ormai adulto torna indietro a riscoprire le emozioni spensierate della sua infanzia. La scena iniziale a casa degli Stahlbaum è una danza corale che occupa ogni spazio giocando con i vizi umani. I bambini fanno dispetti, le bambine chiacchiericcio mentre i ragazzi fanno la lotta per aggiudicarsi la dama più ambita. Nella coreografia di Wayne Eagling ci sono 100 ballerini e musicisti per ridare vita al sogno.
Poi ci sono i topi, con il loro re, a ricordare alla piccola protagonista Clara che il mondo non è perfetto, ma la magia dei sogni la proteggerà trasformando il suo amato schiaccianoci in un baldo principe capace di sconfiggere i cattivi. Dal canto loro, i roditori che vogliono guastare la festa alla purezza dell’infanzia, in questa rappresentazione, sono impeccabili. I costumi fatti di stracci trasmettono il senso della fame e dell’ambiente dal quale emergono per tormentare i sogni della piccola protagonista. Verdi, marroni e sfilacciati prendono il palco come mostri spaventosi ma capitolano sotto il lancio della scarpetta di Clara e del suo coraggioso principe.
Da quel momento si apre il momento più internazionale e spesso controverso. Per i puristi del balletto le danze in giro per il mondo sarebbero una specie di fuori tema, per il palato contemporaneo, abituato al melting pot, il viaggio in mongolfiera che atterra accanto ai teatro dei burattini di casa per dare vita ai suoi personaggi, tra fatine, dolci e valzer dei fiori è un crescendo.
Di nuovo a dare il via alle danze è uno dei protagonisti dello spettacolo e del racconto originale, il signor Drosselmeyer, che sistema tutto ciò che va storto e che si rompe e da gran cerimoniere, nella versione presentata al Palladium Theatre del West End di Londra, col suo battito di mani saluta l’entrata sul palco del mondo. C’è la Spagna con le ballerine in tutù rossi pieni di fiocchetti; c’è la Russia, applaudita senza polemiche, con i colbacchi e le acrobazie dei cosacchi, c’è la Cina con le sue atmosfere e poi la danza araba che trasforma le ballerine in fiammelle fluttuanti come quando soffia il vento. Il valzer dei fiori, la prima ballerina che rimette tutti sul palco, compresi i fiocchi di neve, in un crescendo di colori e magia. Clara si risveglia dal suo sogno. Lo schiaccianoci le sta accanto così come Freddie, il fratello dispettoso. Escono dal portone del palazzo per vedere che il mondo è sempre lo stesso e nevica, perché è Natale. I topi sono spariti, almeno per il momento e dentro casa ci sono calore e rassicurazioni. Ciò di cui tutti hanno bisogno, almeno in questo giorno, per sognare e tornare bambini. Sarà per questo che favola dello Schiaccianoci che porta fortuna non è mai tramontata sopravvivendo a tutti i revisionismi possibili.