MUSICA/ Gabriele Baldocci: “In Italia è più difficile fare e vivere di musica rispetto all’Inghilterra”
(di Daniele Rossignoli) – “In Italia è molto più difficile poter fare musica rispetto all’Inghilterra”. Gabriele Baldocci, musicista di natura classica votato ora al pop, intervistato da Il Mohicano spiega come sia più semplice per un giovane, ma non solo, emergere in Inghilterra, dove si è trasferito ormai da diversi anni, rispetto al suo Paese. “Sono ormai diventato cittadino britannico -spiega- e la mia è stata una scelta non dettata da esigenze economiche ma da un puro spirito di avventurta. In Italia vivevo bene, facevo i concerti, insegnavo, non mi mancava nulla. Ad un certo punto della mia vita ho sentito però l’esigenza di fare esperienze diverse e con mia moglie, che non è italiana, mi è stata offerta una cattedra universitaria e abbiamo deciso di trasferirci qui”.
Descritto da Jed Distler su Gramophone come “un pianista dalle capacità formidabili“, appassionato sostenitore dell’improvvisazione classica dal vivo, Gabriele Baldocci ha saputo rompere i confini di generi e stili. Tra le sue registrazioni di successo un recital dal vivo in duo con Martha Argerich, l’integrale di Nino Rota per pianoforte e violino e pianoforte e viola con Marco Fornaciari, l’integrale delle Ballate e degli Improvvisi di Chopin, le opere per duo pianistico di Respighi insieme a Federico Caramiello, e l’integrale delle Sinfonie di Beethoven nella versione pianistica di Liszt fino alla recente collaborazione con Asaf Avidan nell’album ‘In a Box III’.
“Ho scoperto in Inghilterra un mondo musicale in fermento rispetto all’Italia. In Italia è più difficile vivere di musica. Il talento degli artisti italiani è incredibile ma per loro è difficile poter emergere. Io sono legatisimo all’Italia ma forse manca un circuito musicale intermedio, quello che è poi che favorisce artisti di medio mlivello. Il mio consiglio ai giovani artisti è quello di andare a fare esperienza all’estero anche, devo ammetterlo, forse la mia visione è un po’ provinciale percheè io ho sempre vissuto a Livorno, che tutto sommato è una ‘iccola realtà rispetto a una grande città come Milano che è paragonabile a Londra e che ti offre molte possibilità”.
Baldocci ha pubblicato nei giorni scorsi l’album ‘Ageless’ (The Cage, distribuzione Audioglobe) contenente l’omonimo singolo dedicato a Ezio Bosso con il quale, prima della sua scomparsa, aveva intrapreso un costante confronto musicale e non solo. “Ho scritto il brano ‘Angeless’ cercando di stare il più vicino possibile allo stile di Ezio che non è propriamente, più minimalista. Ci siamo conosciuti virtualmente via mail -racconta- ma non ci siamo mai incontrati di persona. Un amico comune ci ha fatti conoscere e da allora siamo sempre rimasti in contatto fino a quando se ne è andato”.
“Con Ezio -prosegue Baldocci- abbiamo avuto un trascorso molto simile: lui veniva dalla Torino operaia e io dalla Livorno operaia, nessuno dei due aveva un trascorso musicale in famiglia e entrambi siamo stati artefici del nostro percorso. Abbiamo però avuto delle esperienze opposte: lui è partito dal pop per poi approdare alla musica classica, io sono nato nella musica classica per pioi abbracciare un universo molto più ampio. Ezio si è poi dedicato alla direzione d’orchestra e si è fatto conoscere come compositre classico io, invece, ho fatto il percorso opposto: dalla classica pura sono approdato al pop e al jazz”. (ros-mh-mm)