Fabi+Silvestri+Gazzè: quando 1+1+1 non fa 3. Ma molto di più. ‘Il padrone della Festa’, dopo 10 anni, il 6 luglio al Circo Massimo

MusicaNewsTop News

(di Maria Elena Molteni)

Una festa, il 6 luglio 2024, al Circo Massimo di Roma, per i 10 anni de ‘Il padrone della festa‘, “e molto di più”. Un anniversario voluto dai tre artisti, Niccolò Fabi, Daniele Silvestri e Max Gazzè, artefici di un successo lungo 10 anni, di un album precursore di temi che avrebbero solo successivamente interessato tutti quanti: l’ambiente, il ruolo decisivo dell’Africa, ma anche la solidarietà, il rispetto. A presentare l’evento a Roma, il sindaco della Capitale, Roberto Gualtieri: “siamo contentissimi che della decisione di celebrare i 10 anni in una location unica come il Circo Massimo. Arricchiscono una scena musicale romana che stiamo cercando di rendere il più possibile viva e di grande qualità. Siamo contenti particolarmente perché si tratta di tre artisti romani, espressione di punta di una generazione, colonna sonora della vita e di tanti anni importanti. C’è una scuola romana di grandissimo livello e Silvestri, Gazzè e Fabi, elementi distinti eppure comuni, hanno contribuito a crearla. In Italia non accade spesso che si suoni insieme. Rispetto ad altre culture musicali, che frequento, questo è un esercizio che non si fa spesso”, sottolinea il primo cittadino di Roma. “Ma un concerto di tre grandi artisti insieme è una somma, qualcosa in più” evidenzia. “L’album che festeggiano è nato da un viaggio in Africa, da un’esperienza di confronto e sostegno a una realtà molto difficile. Non è tanto un tema di musica impegnata, ma di consapevolezza e sensibilità rispetto ai temi del nostro tempo, di saperli tradurre artisticamente, che non è mai banale. Sono contento di questa attenzione al pianeta, al clima, alle libertà, alle disuguaglianze”.

Di “disco preveggente” parla il direttore di Rai Radio 2, Simona Sala: “grazie per averci scelto: Fabi, Silvestri e Gazzè ci hanno scelto. Credo che non sia una caso. Voglio ricordare che questo disco è uscito 10 anni fa, quando ancora Greta Thunberg non c’era. Un disco preveggente. Rai Radio 2 è felice per il livello della musica e il livello del live, ma anche per i temi che tratta, quasi come se fosse una quadratura del cerchio: un disco che nasce dopo viaggio in Sud Sudan con Cuamm, di cui Rai Radio 2 è partner. Voglio solo ricordare una frase tratta da una delle canzoni del disco, ‘Come mi pare’: “chi vuole amare, prima deve imparare a rinunciare”. Ecco, accettare la frustrazione: mi sembra che adesso riproporre un concerto con questo disco e molto altro con temi che sono molto attuali per parlare ai giovani sia molto importante”.

La decisione di riunire Fabi, Silvestri e Gazzè, a 10 anni dal disco e tour ‘Il Padrone della Festa’, è nata “nonostante”. Nel senso che “ci siamo detti per un po’ di tempo, che avremmo dovuto lasciare quel che era successo come qualcosa di unico e di irripetibile, ma ci siamo lasciati sedurre, per ‘colpa’ di quel disco”, spiega Silvestri. “Ce lo siamo detti in un pranzo di qualche mese fa, in cui abbiamo più o meno valutato l’ipotesi. In questi anni è successo a tutti e tre, continuamente, di essere fermati con la domanda ‘Ma lo rifate?’, ma anche con la copia del disco in mano, magari nuova, appena acquistata, perché quel disco, per qualche ragione miracolosa, ha continuato nel su piccolo a vendere ogni giorno. Questo ci è sembrato qualcosa di significativo. Abbiamo messo insieme questo fatto con l’esserci resi conto, 10 anni fa, quando sul palco ci siamo saliti per la prima volta, che insieme rappresentavamo qualcosa, una intera generazione in qualche modo. Singolarmente no, ma è una caratteristica comprensibile degli anni Novanta, ma insieme sì. Farlo accadere di nuovo adesso, con la scusa di festeggiare un disco che profondamente abbiamo amato tutti e tre, ci è sembrata una cosa giusta da fare”.

“‘Il padrone della festa’ lo abbiamo amato – sottolinea Gazzè – perché è nato in maniera molto spontanea, non è mai stata un’operazione discografica. Abbiamo iniziato noi tre a vederci, a provare insieme, come si faceva quando ci si trovava insieme in cantina, a fare musica. A suonare e comporre delle cose. Alla fine lo abbiamo comunicato al mondo esterno. Dunque non nasce come operazione discografica. E c’è una grande differenza. nessuno ha percepito questa collaborazione come qualcosa dio forzato e credo che sai anche il segreto di questa forza, del motivo per cui le persone che ci seguono individualmente, il mio pubblico, quello di Niccolò e quello di Daniele continuano a vederci come qualcosa di separato come individui, ma di unico”.

“Quando ci siamo visti 10 anni fa non è stato l’inizio del nostro rapporto”, ricorda Fabi. “Quello che è stato percepito come pulito, onesto e non malizioso è il fatto che noi abbiamo deciso dopo 20 anni dalla nostra conoscenza di fare un disco insieme (abbiamo iniziato a suonare insieme ne Il Locale che ora non c’è più in un’epoca in cui diventare musicista professionista era davvero una speranza, nulla di pratico). Abbiamo condiviso quella parte della vita in cui c’è un gande desiderio , una grande speranza, una grande ambizione, una sana competitività, un aiuto a riconoscere la propria identità mescolandoci”.  Sono passati 10 anni dal successo del disco “e 30 anni da quando abbiamo iniziato, quando nessuno di noi tre era ‘il cantautore Fabi, o Silvestri o Gazzè’ e facevamo su quel palco delle jam session e lì abbiamo imparato a improvvisare e suonare insieme. Quel tipo di cultura, e non dunque quella del cantautore egoriferito, ci ha dato una ginnastica mentale, capace di ascoltarci e non semplicemente di esprimerci. Quindi quando abbiamo deciso 10 anni fa di ritornare insieme perché era bello, fare un piccolo consuntivo, non un bilancio che è un termine finanziario, ma un momento di consapevolezza di quanto fossimo già stati fortunati a ritrovarci 20 anni dopo l’inizio. E’ stato bellissimo confrontarci e vedere cosa era successo negli ultimo 20 anni, una volta che ognuno aveva raggiunto un’identità. Quindi mescolarci dopo altri 10 anni, secondo me è un ulteriore modo per noi tre di dare un senso a quella che è stata la nostra traiettoria, rifare vivere per una sera quella gioia di una assenza di responsabilità che sento molto quando facci i miei concerti, che non sono proprio qualcosa di ipergiocoso e divertente. Con loro mi diverto moltissimo. Ora tornare con loro per una sera, anche se mi rendo conto che la location è un po’ – scherza – sovradimensionata rispetto ai nostri standard (e dal giorno dopo tornerò ai teatri) ma con loro riesco a fare cose che altrimenti non farei. Ed è un regalo enorme. Dopo ‘Il padrone della festa’, ho scritto il disco che forse rimarrà attaccato alla mia vita, perché l’ho fatto grazie anche alla sicurezza che mi hanno dato loro, al fatto che dopo essermi mescolato con loro ho potuto trovare meglio la mia identità. Quindi rigiocare per una sera con loro non mi sa affatto di nostalgia”.

Condividi questo Articolo