MUSICA/ Doppio live di Vinicio Capossela al Teatro Duse di Bologna
Doppio live di Vinicio Capossela al Teatro Duse di Bologna, il 6 e 7 novembre alle ore 21. Il concerto di lunedì rientra nell’ambito di ‘Duse 200’ il programma speciale con cui lo storico teatro bolognese festeggia due secoli di spettacolo dal vivo. ‘Con i tasti che ci abbiamo – Tredici canzoni urgenti a teatro’: questo il titolo del tour con cui Capossela presenta dal vivo il suo ultimo lavoro discografico, ‘Tredici canzoni urgenti’, uscito ad aprile e vincitore della Targa Tenco 2023 nella categoria Miglior Album in assoluto. In questo disco, Capossela sviscera tematiche sociali attualissime come la violenza di genere, la cattiva educazione alle emozioni, l’abbandono scolastico, l’intrattenimento digitale in cui versa l’infanzia per delega degli adulti, la cultura usata come mezzo di separazione sociale, il carcere inteso come reclusione senza rieducazione, il parossismo consumistico generato dal capitalismo predatorio.
“È un concerto che prende corpo dal disco ‘Tredici canzoni urgenti’, canzoni di carattere civile che rispondono a un fenomeno – racconta Capossela – come diceva Benjamin ‘quando la politica diventa spettacolo, spesso incivile, allora lo spettacolo deve diventare politica civile’. Allo stesso tempo, è un concerto che ha che fare con la sospensione dell’incredulità, quindi col mondo dell’immaginazione, perché l’immaginazione è la nostra grande opportunità di trasformare i limiti in possibilità. Abbiamo chiamato questa serie di concerti in teatro ‘con i tasti che ci abbiamo’ – aggiunge il cantautore – quando mancano dei tasti dal pianoforte bisogna cercare melodie con quelli che sono rimasti. Il nostro concerto vorrebbe essere un invito a fare con quello che si ha, a fare dei limiti una possibilità e soprattutto a non avere paura di sbagliare”.
L’urgenza su cui è costruito l’impianto musicale e scenico dello spettacolo è, in sostanza, quella di provare a ritessere le fila di una socialità condivisa, risposta all’atomizzazione, all’individualizzazione del nostro vivere sociale. Non a caso, sottolinea Capossela “la musica si fa insieme, ogni canzone viene completata dall’ascolto, l’esecuzione dal vivo, il fatto di essere insieme è un fatto anche questo civile, corale, organico. Anche la scenografia che abbiamo pensato è una specie di anfiteatro quasi a completare l’abbraccio del pubblico”. Il concerto inizia da un divano “che è una sorta di totem della nostra condizione. Da lì ci rialziamo e affrontiamo una lunga carrellata di canzoni che hanno a che fare con diverse urgenze a partire da quelle che abbiamo dentro – prosegue – perché spesso il nemico lo si pensa sempre fuori, ma invece il nemico, le cose sbagliate, le conseguenze della nostra cattiva educazione sono dentro di noi”.
Protagonista assoluta della scenografia è un’enorme luna gonfiabile che sprigiona la sua forza sui sogni e attira a sé i fluidi e il senno, ma che rischia al contempo di cadere sulle nostre teste per quanto appesantita dalla vanità. “Una grande luna, come quella che si era immaginato Ariosto – conclude Capossela – a cui il poeta ha dedicato quella straordinaria metafora per cui il senno è andato sulla luna, ma sulla luna ci sono anche tutte le cose per cui gli uomini perdono il senno sulla terra: le vanità, il potere, la seduzione. Ecco li abbiamo tutti in una bella luna gonfiabile, alla fine la facciamo scoppiare e così torniamo a terra dove si sa che non è rimasto altro che follia”.
Ad accompagnare Capossela sul palco, Andrea Lamacchia al contrabbasso, Piero Perelli alla batteria, Alessandro ‘Asso’ Stefana alla chitarra, Raffaele Tiseo al violino, Daniela Savoldi al violoncello, Michele Vignali al sassofono. Accanto alle nuove canzoni, in scaletta non mancheranno alcuni dei brani più significativi del repertorio dell’artista.
(Ros – Il Mohicano)
Credi Photo: Michele Piazza