TEATRO/ Al Carcano di Milano ‘Cetra…una volta’, omaggio al Quartetto Cetra con Stefano Fresi
Va in scena al Teatro Carcano di Milano dal 24 al 29 ottobre ‘Cetra… una volta – Omaggio al Quartetto Cetra’, un concerto spettacolo interpretato dai Favete Linguis (Stefano Fresi, Toni Fornari ed Emanuela Fresi). Un tributo al quartetto più celebre del palcoscenico e della televisione italiana dagli anni ’40 agli anni ’80: il Quartetto Cetra. La musica, le canzoni, le parodie memorabili dell’indimenticabile Quartetto sono riproposti in questo spettacolo da tre interpreti eccezionali in cui spicca Stefano Fresi, candidato al David di Donatello per il film ‘Smetto quando voglio’, vincitore di due premi ai Nastri d’Argento nel 2019, nonché protagonista della serie ‘I Delitti del Barlume’. Un viaggio tra passato e presente, tra malinconia e risate, sulla scia magica di un quartetto diventato leggenda.
“‘Conosci il Quartetto Cetra?’ -osserva il regista Augusto Fornari– se lo chiedi ad un ventenne scuoterà la testa mettendo la boccuccia a emoticon dispiaciuto. Ma basta canticchiare ‘Nella vecchia fattoria…’ che lui con gli occhi accesi di chi torna all’infanzia risponderà ‘ia… ia… ò!’ Questa è tutta la magia dei Cetra, fanno parte della tua vita anche se tu non lo sai. La loro eredità musicale non ha bisogno di essere riconosciuta; c’è e basta. Entrati nel dna di un popolo, hanno accompagnato generazione dopo generazione a suon di canzoni indimenticabili. Con loro si respira aria di famiglia. Ed è proprio in famiglia che è nato il nostro amore per loro”.
“Io, mio fratello Toni, Stefano, sua sorella Emanuela, molti anni fa, ascoltavamo le loro canzoni. Poi -ricorda il regista- Stefano, Toni ed Emanuela iniziarono a cantarle, prima, poi a modificarle, a riscriverle, a reinventarle. Ed eccoci al senso di ‘Cetra una volta’: non un racconto filologico, non solo la storia di un gruppo che ha fatto la storia, ma un atto d’amore per ciò che ci ha ispirato; canzoni, sketch, parodie musicali, gag e soprattutto leggerezza, divertimento e amore per questo nostro mestiere. Ho voluto, insieme allo scenografo Alessandro Chiti, creare una scena che abbracciasse gli interpreti, li contenesse e che potesse essere, di volta in volta, radio, studio televisivo, album di ricordi, teatro. Un viaggio tra passato e presente, tra malinconia e risate, sulla scia magica di un quartetto diventato leggenda”.
(Ros – Il Mohicano)