TEATRO/ Marco Paolini e ‘Il racconto del Vajont’ questa sera allo Strehler di Milano

di Daniele Rossignoli

E’ il 9 ottobre del 1963. Dal Monte Toc, alle spalle della diga dei Vajont si staccano 260 milioni di metri cubi di roccia che cascano nel lago dietro la diga e sollevano un’onda di cinquanta milioni di metri cubi d’acqua. Di questi cinquanta milioni la metà scavalca la diga spazzando via dalla faccia della terra cinque paesi: Longarone, Pirago, Rivalta, Villanova e Faè provocando duemila morti. Ma la storia del Vajont ha inizio sette anni prima di quel fatidico 9 ottobre 1963, nel 1956 quando la SADE arriva nella valle e apre il cantiere per la costruzione della diga. Dal 1993 Marco Paolini, nato proprio nel ’56 a Belluno, porta in teatro ‘Il racconto del Vajont’ e questa sera sarà a Milano, al Teatro Strehler. Sono trascorsi sessant’anni dalla tragedia della diga del Vajont ma questo episodio, come i mille altri susseguitisi, nel nostro paese come nel mondo, hanno sempre avuto come minimo comun denominatore il fatto di essere stati provocati da un intervento violento dell’uomo sulla natura e sul paesaggio circostanti. L’emergenza idrica che attanaglia particolarmente il nord Italia, ma anche l’eterno problema della dispersione all’interno della rete idrica nazionale, chiamano a una riflessione sul valore e sulla preziosità di quell’insostituibile risorsa chiamata acqua e tutto questo è testimoniato dallo spettacolo che Marco Paolini, con costanza, da anni porta in giro non solo nei teatri ma anche nelle scuole, in incontri pubblici, tra la gente.