MOSTRE/ Alla Galleria d’Arte Moderna Contemporanea di Torino ‘Hayez. L’officina del pittore romantico’

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La GAM, Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, dedica al genio romantico di Francesco Hayez (Venezia 1791 – Milano 1882), una mostra dove si intrecciano arte, storia e politica all’interno dell’officina del pittore, per svelarne tecniche e segreti. Un percorso originale che pone a confronto dipinti e disegni, con oltre 100 opere provenienti da prestigiose collezioni pubbliche e private cui si aggiungono alcuni importanti dipinti dell’artista custoditi alla GAM, come il Ritratto di Carolina Zucchi a letto (‘L’ammalata’) e l’’Angelo annunziatore’. Aperta al pubblico da domani 17 ottobre al 1° aprile 2024, l’esposizione ‘Hayez. L’officina del pittore romantico’ è organizzata e promossa da Fondazione Torino Musei, GAM Torino e 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE, a cura di Fernando Mazzocca ed Elena Lissoni, in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Brera, da cui proviene un importante nucleo di circa cinquanta disegni e alcuni tra i più importanti dipinti, molti dei quali si trovavano nello studio del pittore, per quarant’anni professore di pittura all’Accademia.

Oltre alle opere inedite o poco viste, si potranno ammirare in mostra alcuni dei capolavori più popolari, come ‘La Meditazione’ dei Musei Civici di Verona – Galleria d’Arte Moderna Achille Forti e l’’Accusa segreta’ dei Musei Civici del Castello Visconteo di Pavia, cui è accostato ‘Il Consiglio alla Vendetta’, prestigioso prestito proveniente da Liechtenstein. The Princely Collections, Vaduz–Vienna. Attraverso dieci sezioni in successione cronologica, il percorso espositivo inizia dagli anni della formazione tra Venezia e Roma, dove Hayez ha goduto della protezione e dell’amicizia di Canova, fino alla prima affermazione a Milano e alle ultime prove della maturità. Una speciale sezione focus è dedicata ai disegni per la ‘Sete dei Crociati’, la sua opera più ambiziosa e impegnativa, che il pittore aveva programmato come il suo capolavoro, eseguita tra il 1833 e il 1850 e destinata al Palazzo Reale di Torino, dove si può ancora ammirare. La mostra rievoca l’intensa vicenda biografica e il percorso creativo dell’artista, indiscusso protagonista del Romanticismo.

‘Pittore civile’, interprete dei destini della nazione italiana, capace di estendere il respiro della sua pittura dalla storia all’attualità politica, è stato anche tra i più grandi ritrattisti di tutti i tempi, che ha saputo interpretare con la sua produzione lo spirito della propria epoca. Cantore della bellezza, dell’amore e dei valori risorgimentali, nella sua lunga vita è stato protagonista di cambiamenti epocali, testimoniando il passaggio dal Neoclassicismo al Romanticismo. Celebrato da Giuseppe Mazzini come vate della nazione, ha condiviso con Alessandro Manzoni e Giuseppe Verdi gli stessi ideali stringendo con loro un rapporto unico, di amicizia e di intesa culturale. L’Italia risorgimentale si è riconosciuta nel suo linguaggio, che ancora oggi riesce a comunicare sentimenti e valori universali, anche attraverso una dimensione civile che attualizza la storia. La novità di questa mostra sta nel mettere in rapporto per la prima volta i dipinti e i disegni, che consentono di ricostruire e di comprendere il suo procedimento creativo, introducendo nel suo atelier.

Nell’opera di Hayez, che si considerava l’ultimo rappresentante della grande tradizione della pittura veneta e che si era formato sullo studio di Tiziano e dei pittori veneziani del Quattro e del Cinquecento, il disegno può sembrare a una prima analisi secondario rispetto al colore. I suoi contemporanei rimanevano colpiti dal suo particolare modo di procedere basato sull’estro del momento, con continui ripensamenti, anche e soprattutto in corso d’opera, che in molti casi sono riconoscibili persino ad occhio nudo. L’eccellenza e la singolarità di questa tecnica costituiscono il fascino e la forza di una pittura ammirata sia dal pubblico che dalla critica. Ma di Hayez si conoscono anche centinaia di disegni, la maggior parte dei quali conservati all’Accademia di Belle Arti di Brera, il più delle volte tracciati con un gesto rapido e immediato, quasi fossero appunti visivi da impiegare poi nella creazione delle composizioni, e solo in rarissime occasioni riportati dettagliatamente nelle grandi dimensioni per la successiva traduzione su tela.

Oltre agli ‘schizzi, pensieri fermati rapidamente, studi’ sopra citati, che costituiscono un’eccezionale testimonianza del metodo di lavoro del pittore, l’artista ha lasciato una raffinatissima produzione di d’après: disegni e acquerelli che riproducono fedelmente alcune delle sue opere più celebri, verosimilmente destinati in dono ai collezionisti più affezionati, e che hanno costituito un formidabile strumento di diffusione delle sue invenzioni.

Ros – Il Mohicano

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