‘La stoccata vincente’, la storia di Paolo Pizzo diventa un film, in anteprima assoluta su Rai 1 il 24 settembre

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(di Maria Elena Molteni)

Andrà in onda su Rai 1 il 24 settembre ‘La stoccata vincente‘ per la regia di Nicola Campiotti, che porta sul piccolo schermo la storia di Paolo Pizzo, atleta di spada due volte campione del mondo (2011 e 2017) e medaglia d’argento alle Olimpiadi di Rio (2016). La fiction è liberamente tratta dall’ omonimo libro autobiografico dello stesso Pizzo e di Maurizio Nicita (Sperling & Kupfer). Il protagonista è interpretato da Alessio Vassallo, mentre Flavio Insinna veste i panni del padre di Pizzo, Piero. “Un’avventura umana e sportiva”, sottolinea Maria Pia Ammirati, direttrice di Rai Fiction, in occasione della presentazione. “Una storia che parte con Paolo Pizzo, un’avventura che Paolo ha seguito dandoci una mano e dando una mano ad Alessio Vassallo che si è dovuto calare in panni non semplici”. Quelli del doppiamente campione mondiale, un biopic “che non è di tradizione perché abbiamo una mano molto giovane, quella di Nicola Campiotti, che ha impresso a questa storia un po’ tradizionale, facendo un grande classico, con tante novità e una grande bravura registica. Flavio e Alessio sono una coppia pazzesca. Un romanzo di formazione dedicato a un grande genere, quello dello sport per noi importante, che farà parlare per la bellezza, l’interesse, la coppia e la gioventù”.

ellezza, lentezza, stile, aspettare il momento giusto, sacrificio che non deve diventare una condanna. Siamo entrati in punta di piedi in un racconto di tre decenni, nella vita di un bambino che ce la fa. E’ veramente un film che immagino per i ragazzi. un progetto, un racconto che è una benedizione per un racconto di formazione”. “Spero che questo lavoro possa circolare tra i ragazzi e che possa circolare” conclude Campiotti.

Una storia emblematica di un campione siciliano cui Alessio Vassallo dà il volto. Una Sicilia narrata in modo valoriale. “Una storia che rimane sulla mia pelle” confida Vassallo. “Ho avuto la fortuna e la responsabilità di interpretare non tanto un campione del mondo, quanto di un ragazzo, di 40 anni. Avevo a mezzo metro il personaggio che interpretavo. Lo vedevo commosso o arrabbiato con me. E’ stato un privilegio. Sono partito principalmente dal corpo. Volevo capire cosa significasse andare a letto con le ossa rotte. Mi sono allenato per mesi al Coni, mi sono sentito uno di loro. Poi finito il film il sogno si è infranto” scherza l’attore. Il tema centrale è “la caduta, cosa significa cadere. E nella vita, mi ha detto Paolo, è vero che si cade ma non è detto che ci si rialzi. A volte si rimane a terra e si guarda il mondo da una prospettiva diversa. Poi arriverà la mano tesa che ti tirerà su. Mi auguro che questo film venga visto da tanti ragazzi, perché in una società performativa come la nostra, digitale, dove mostriamo una vita che non esiste, è ora di riappropriarci delle nostre cadute, dell’inciampo. Non bisogna averne vergogna anzi. Bisogna raccontarle e non spettacolarizzarle, che è una cosa molto diversa. Grazie a questo film ho ricentrato un po’ la mia vita. Non è un film come gli altri. C’è stato un lavoro fisico ed emotivo importante. Qui ho anche trovato un padre dentro e fuori il film” dice rivolgendosi a Flavio Insinna. “Questa – aggiunge – è anche la storia della Sicilia, fatta di sacrificio e riscatto. nel 2023 da siciliano sono stanco di vedere la mia terra rappresentata da picciotti, piccioli e traditori. Sono felice di portare una Sicilia che mi rappresenta”

“Vedere un film è una cosa difficilmente raccontabile” spiega Paolo Pizzo. “Il libro da cui tutto è partito è qualcosa che mi ha toccato nel profondo. tutti abbiamo delle cicatrici e non sempre siamo capaci di lavarle via. Ho scoperto una parte di me che tenevo nascosta. Il libro mi ha aiutato, il film ancora di più. La liberazione definitiva”. “Mi sento molto fortunato, delle combinazioni fortuite mi capitano e in questo caso è successo” conclude.

Per Flavio Insinna, che nel film è padre e coach di vita, “il cast è di grande livello perché per tutti a partire da Alessio, c’è un livello altissimo di recitazione ma unito, e non è scontato, a un altissimo livello di intelligenza e sensibilità umana. Nel film non c’è retorica. Ai giovani dobbiamo dire che non siamo i risultati che otteniamo”.

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