Il debutto del direttore tedesco Thomas Guggeis e il pianista francese Alexandre Kantorow nel concerto dell’Orchestra Sinfonica della Rai venerdì 21 aprile
Il concerto dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai in programma giovedì 20 aprile alle 20,30 all’Auditorium Rai ‘Arturo Toscanini’ di Torino, con replica venerdì 21 aprile alle ore 20, anche in live streaming su raicultura.it e in diretta su Radio3, segna il debutto di due giovani artisti: il direttore tedesco Thomas Guggeis e il pianista francese Alexandre Kantorow.
Balzato all’attenzione del grande pubblico dopo aver sostituito nel 2018 Christoph von Dohnányi alla Staatsoper di Berlino nella produzione di ‘Salome’ di Strauss con la regia di Hans Neuenfels e poi nel 2019 Paavo Järvi con la Staatskapelle Berlin nella ‘Seconda sinfonia’ di Sibelius, Thomas Guggeis ricopre attualmente il ruolo di ‘Staatskapellmeister’ alla Staatsoper di Berlino. In apertura di serata Guggeis propone le ‘Galántai táncok’ (‘Le danze di Galanta’) di Zoltán Kodály, scritte nel 1933 per celebrare gli Ottanta anni della Filarmonica di Budapest e ispirate alle melodie tzigane tipiche di Galanta, città in cui il compositore ungherese trascorse alcuni anni della sua infanzia.
Per il suo debutto con l’OSN Rai Alexandre Kantorow, che a soli 22 anni, nel 2019, è stato il primo pianista francese a vincere la medaglia d’oro al Concorso Čajkovskij, assieme al Grand Prix, assegnato solo tre volte nella storia del concorso, propone il ‘Concerto n. 1 in fa diesis minore per pianoforte e orchestra op. 1’ di Sergej Rachmaninov. Iniziato dal compositore a soli diciotto anni, nel 1890, quando era allievo del Conservatorio di Mosca, il Concerto fu rielaborato nel corso degli anni successivi, fino alla radicale revisione del 1917, poco prima della fuga dalla Rivoluzione d’Ottobre verso l’America.
Nella seconda parte della serata Guggeis propone il ‘Concerto per orchestra’ di Béla Bartók, dedicato alla memoria di Natalia Kussevitzky ed eseguito per la prima volta dalla Boston Symphony Orchestra a New York nel 1944. Capolavoro della maturità scritto durante i difficili anni dell’esilio americano di Bartók, il brano attenua gli aspetti più aggressivi e arditi tipici del linguaggio dell’artista ungherese in favore di una linearità espressiva e di una cantabilità immediata che si richiama alle melodie della patria lontana.