Eurovision: dagli Abba ai Maneskin, una storia di successi
Manca un mese al via dell’Eurovision 2023 che avrebbe dovuto tenersi in Ucraina ma che ha dovuto ripiegare sull’Inghilterra. Il contest non sbarcava Oltremanica da 25 anni e l’auspicio è quello di superare il record di pubblico che lo scorso anno, dal PalaOlimpico di Torino, ha raggiunto 160 milioni di spettatori in tutto il mondo. 37 artisti selezionati in 111 paesi si contenderanno la vittoria all’insegna del motto “United by music” e non solo, come ha spiegato Rachel Ashdown, commissario per Eurovision 2023 presso la BBC. Ogni paese partecipante verrà introdotto da speciali cartoline che sono state realizzate scegliendo tre luoghi simbolo per ciascuno stato seguendo un comune filo conduttore tra castelli, street art, porti, edifici colorati, spiagge e panorami mozzafiato. Tutti i filmati sono stati realizzati con droni dalla tecnologia pionieristica in grado di filmare immagini a 360 gradi e sono frutto della collaborazione tra la BBC e la compagnia di produzione cinematografica ucraina 23/32 Films con musiche composte da Dmytro Shurov, musicista che tuttora vive a Kiev. Marco Mengoni porterà la bandiera italiana e per tutti gli artisti il sogno è quello di emulare il successo di chi li ha preceduti su quel palco sfondando il tetto dell’Olimpo della musica, dagli Abba a Celine Dion fino ai nostri Maneskin. Il 2021 stato l’anno di grazia della band italiana che oggi fa sognare il mondo. Zitti e Buoni è riuscita a fare il miracolo di “unire” il pubblico internazionale al suono di una canzone in italiano che non fosse l’opera. Qualcuno in Gran Bretagna ancora non si capacita di come l’inglese non sia l’unica lingua universale del rock! Quello che è arrivato dopo è storia, dalla cover di The Four Seasons’ Beggin’ che ha toccato le vette delle classifiche americane a I Wanna Be A Slave, Mamma Mia e Supermodel. Oggi i Maneskin vantano un successo internazionale indiscusso che gli è anche valso una nomination agli ultimi Grammy Awards. In una intervista alla BBC avrebbero dichiarato che l’unico posto nel quale ancora non si sono visti, né sentiti, sarebbe Los Angeles, perché lì sarebbero già tutti troppo famosi, per loro.. Vale la pena di ricordare che altri italiani hanno calcato quel palco e pur non vincendo hanno comunque ottenuto grande successo; così è stato per Il Volo, Mahmood e lo stesso Mengoni. E che dire di Conchita Wurst che ancora scalda il pubblico come accadde otto anni fa quando entrò nella storia di Eurovision dopo aver sorpreso e appassionato quello televisivo dell’emittente inglese Channel 4 dove, nel 2014, prima stupì e poi incantò sulle note di “Rise like a Phoenix”. Oggi oltre alla musica il suo nome è associato alle campagne per i diritti LGBT che l’hanno portata anche sul palco delle Nazioni Unite. Infine, per inverso, chi è partito male ed è finito benissimo è stata Rosa Linn, arrivata al ventesimo posto su 25 partecipanti con la canzone “Snap” per altro restandoci malissimo, per poi, nel giro di un anno, vedere la sua canzone diventare virale su Tik Tok portandolo ad essere il secondo pezzo più trasmesso nella storia di Eurovision con più di mezzo miliardo di riproduzioni effettuate. Un successo mancato a Torino e in tv, poi ampiamente recuperato sulla piattaforma social. Un chiaro segno dei tempi. La 22enne armena, oggi può dirsi soddisfatta anche perchè, la prossima estate supporterà i concerti di Ed Sheeran negli stadi americani. Ma chi saranno i prossimi Abba? A Liverpool, dal 9 Maggio la gara è aperta e solo il tempo dirà se sarà il palco della tradizione o se saranno ancora una volta i social a decretare il vero vincitore del contest musicale e modaiolo di quest’anno. I finlandesi Daði og Gagnamagnið ed i loro maglioncini verde chiaro la dicono lunga anche su questo.