Dopo trent’anni torna al Teatro Lirico ‘Mistero Buffo’ di Dario Fo

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Esilarante, provocatorio, potente, attuale, epico, magistrale. Il 22 marzo 2023 (alle 20,45), al Teatro Lirico Giorgio Gaber di Milano, torna, dopo trent’anni, ‘Mistero Buffo 50’, lo spettacolo più famoso di Dario Fo e Franca Rame. Ad interpretarlo sarà, ancora una volta, Mario Pirovano, con la regia firmata dallo stesso Fo. Lo spettacolo, prodotto dalla Compagnia Teatrale Fo Rame e patrocinato dalla Fondazione Fo Rame, è stato allestito in nuova forma nel 2019 per celebrare i cinquanta anni dalla prima rappresentazione di ‘Mistero Buffo’.

Rappresentato per la prima volta nel maggio del 1969 e riproposto, fino ad oggi, in oltre cinquemila allestimenti, ogni volta arricchiti da nuove giullarate, ‘Mistero Buffo’ è un capolavoro che ha segnato la storia del Novecento. Uno straordinario impasto comico-drammatico, messo in scena in Italia e all’estero, nelle piazze, nelle scuole, nelle fabbriche, nei teatri e persino nelle chiese, le cui radici affondano nel teatro popolare, quello delle sacre rappresentazioni medievali, dei giullari e della Commedia dell’Arte.

Dario Fo e Franca Rame hanno raccolto per anni racconti orali, leggende e documenti di teatro popolare di varie regioni italiane per poi riproporli in questo esilarante spettacolo. I monologhi, fortemente provocatori, hanno un sapore ironico e profetico, che diverte, stimola, affascina. ‘Mistero Buffo’ è uno spettacolo che ha la capacità di coinvolgere tutti, anche le più giovani generazioni. Le giullarate, infatti, affrontano tematiche sempre attuali: il potere, l’ingiustizia, la fame, la ribellione, la ricerca di una vita degna da condividere gioiosamente. I continui richiami all’attualità, che fanno da cornice ai vari brani svelano il presente con le sue false ingenuità ed ipocrisie, regalando al pubblico tanti momenti di riflessione ma anche di incontenibile comicità.

I brani sono recitati in un linguaggio che unisce diversi dialetti dell’Italia settentrionale e centrale: una lingua perfettamente comprensibile, grazie alla potente gestualità di Mario Pirovano, che lo stesso Fo ha definito ‘fabulatore di grande talento’.

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