Musical, Red Canzian: “Porto ‘Casanova’ in Cina e Giappone”

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(di Daniele Rossignoli)

Dopo il grande successo che sta riscuotendo in Italia, l’opera pop di Red Canzian ‘Casanova’ è pronta per varcare i confini nazionali fino ad arrivare in Cina e Giappone. Con 60 repliche entro marzo che arriveranno ad un centinaio entro la fine dell’anno “ci hanno chiamato dal Giappone, dalla Cina e dalla Corea per il 2024”, spiega lo stesso Red Canzian intervistato da IlMohicano.

“Il successo di ‘Casanova’ è sorprendete anche se -osserva- quando uno realizza un’opera così spera che arrivi al cuore della gente esattamente come è arrivata al mio. Sta riscuotendo un successo più di quanto sperassi: un’opera inedita, non famosa, totalmente italiana, di solito ci mette un paio d’anni a ‘scoppiare’. ‘Casanova’ -osserva- è scoppiata in sei mesi. Adesso tutti la vogliono e spero possa diventare un classico perchè ha tutte le carte in regola per esserlo: è una storia ambientata in una città conosciuta in tutto il mondo, Casanova è un personaggio noto ovunque e la storia è stata romanzata. Casanova diventa una sorta di supereroe del ‘700 che salva Venezia dagli intrighi politici, dal dramma dell’impero austriaco che la vuole annettere facendone una sua provincia. Quindi c’è dentro tutto, l’avidità maschile dei politici, la passione, l’amicizia”.

Ma come è nata l’idea di passare dalla musica pop rock ad un musical? “Io faccio il musicista -spiega Red Canzian- mi piace scrivere e avevo voglia di dedicare la mia musica a qualcuno e a qualcosa. Quando scrivi una canzone hai sempre il problema di trovare un testo adeguato a quello che tu scrivi musicalmente. Io ho voluto partire dal contrario, da un testo, dalle idee di una storia già scritta e ho provato a vestirla. Avevo una modella meravigliosa da vestire ed è stato più facile che creare un vestito per una modella. E’ stato un processo inverso, che mi è piaciuto molto. Da musicista è stato per me più facile scrivere su un tracciato, una sinossi che avevamo buttato giù con l’autore del libro, Matteo Strukul, e da lì ho scritto 35 pezzi. Forse ero ispirato, forse anche la pandemia ha contribuito perchè non avevo nulla da fare se non lavorare su questo mio sogno, in sette mesi ho scritto tutto. Poi ci ho messo un anno a realizzare tutte le immagini di realtà immersiva, un lavoro lunghissimo al computer che ho fatto da solo, ricreando la Venezia del ‘700″.

Rispetto alle anteprime, la messa in scena attuale è leggermente rivista. Lo spettacolo ha infatti potuto godere della collaborazione di Nick Grace, produttore e distributore di tutti i più grandi successi internazionali (Mamma Mia!, Cats, Blue Man Group, Walking With Dinosaurs, Tina e decine di altri) che assistendo alle anteprime dello spettacolo a inizio 2022 insieme al suo direttore creativo Anthony Van Laast e alla regista associata Carolien Canters, per la prima volta si è interessato a un musical di fabbricazione 100% italiana e ha deciso di lavorare con Red e i suoi collaboratori per renderlo ancora più appassionante e dotarlo di quell’apertura internazionale che lo stesso Canzian ha immaginato fin dal primo istante.

“Sono arrivati a Milano e si sono innamorati del nostro lavoro -ricorda- ci hanno richiamato più volte e hanno appportato quelle modifiche che hanno reso ‘Casanova’ veloce, bello, internazionale come linguaggio”. Per realizzare un musical come ‘Casanova’, sottolinea Red Canzian “si devono affrontare costi mostruosi. Se non va più che bene rischi di farti male. Io e mia moglie -osserva- siamo stati due incoscienti, coraggiosi a partire in un momento in cui stavamo appena uscendo dalla pandemia, con i teatri che avevano ridotto il numero dei posti per il distanziamento. Era una vera scommessa che è andata bene. Adesso tutti lo vogliono ma all’inizio qualcuno non lo voleva”.

Dopo la pandemia sembra essere tornata una gran voglia di musical, un genere che, negli ultimi anni, sembrava non riscuotere più l’attenzione del pubblico: “Negli ultimi anni sono stati smerciati tanti lavori al risparmio e purtroppo il musical non può essere uno spettacolo fatto al rispatmio. Quando uno va a vedere un musical -spiega- si aspetta la magnificenza, si aspetta di essere abbracciato dalle scene e dalle musiche, altrimenti diventa robetta. La gente si era un po’ allontanata dal musical proprio per mancanza di contenuti e di spettacolarità. Io, in piena pandemia, ho fatto prove lunghe e costose, ho affittato il teatro comunale di Treviso per un mese con 50 persone però io, in quel mese, ho capito cosa dovevo fare. Quando è andato in scena per la prima volta era già tutto chiaro, tutto era già stato provato e riprovato. Grazie a queste costosissime prove sono riuscito a capire, ad esempio, dove posizionare le immagini, le luci e gli stessi personaggi. Tutto questo costa -conclude- ma porta qualità”.

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