Wasfi Kani, l’imprenditrice che con un crowdfunding da record ha realizzato una versione country de La Scala di Milano nel Surrey 

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(dalla nostra corrispondente da Londra, Antonella Zangaro)

Ha raccolto donazioni private per 11 milioni e mezzo di sterline in un anno e a tempo record, ha fatto erigere la versione contemporanea de La Scala di Milano per offrire lirica, storia e champagne nella campagna del Surrey, alle porte di Londra: la Grange Park Opera. “Io non sono una leader, sono una che risolve i problemi e fa guadagnare gli altri”. Si racconta così Wasfi Kani, impresario musicale, da molti considerata il “boss più grintoso dell’opera inglese”. Ci accoglie come un fiume in piena ed esordisce con una accorata dichiarazione d’amore per l’Italia, la sua storia e archeologia.

Wasfi Kani, OBE © Richard Lewisohn

Wafsi Kani è nata a Londra da genitori indiani e sin da piccola ha manifestato un talento per il violino. Ma non sarebbe stata quella la sua strada. La matematica l’avrebbe prima trasformata in un programmatore informatico e solo col tempo la passione l’avrebbe dirottata sul mondo dell’opera, da tirare fuori dai teatri e diffondere nelle scuole delle aree più disagiate e nelle carceri. Per questo, nel 1987 fonda una piccola compagnia itinerante, la Pimlico Opera, che l’ha resa famosa e premiata a Londra nel 2002.

Ma ancora non bastava. L’inclinazione per i numeri ed il desiderio di rendere la cultura della musica classica accessibile e seduttiva, dal 1998 la spingono a fondare la Grange Park Opera, oltre sessanta produzioni e tanta ambizione. Ma il contratto con la dimora neoclassica nell’Hampshire, The Grange, nel 2016 non viene più rinnovato e dal quel momento inizia una corsa contro il tempo per trovare una nuova sede e salvare la stagione.

E’ a partire da quel momento che Wasfi Kani deve giocarsi il tutto per tutto. Le buone relazioni collezionate negli anni, la reputazione che l’ha resa oltremodo credibile e la capacità pragmatica di mettere in fila i numeri sono i suoi assi nella manica; la sfida è trovare donatori generosi per dare una nuova sede alla sua fondazione.

Il caso vuole che, racconta in un podcast pubblicato da Lifesearch, nel 2014, un giorno, un amico italiano scrollando pigramente Twitter si imbatte nella notizia pubblicata dal Telegraph di una residenza del 1400, nelle campagne del Surrey, appena ereditata da Bamber Gascoigner, noto conduttore ed autore televisivo.

“La zia di Bamber era una duchessa – ci spiega – e sono davvero poche ormai le duchesse rimaste nel Regno Unito”. Insomma, la nobildonna aveva vissuto nella residenza fino alla fine degli anni ’60, ma senza figli, lascia tutto al nipote ormai anziano e anche lui senza eredi. L’affare è fiutato. Wasfi Kani decide di mandare in avanscoperta alcuni amici per identificare la zona e la struttura, mentre lei la cerca su Google Earth.

West Horsley Place è un angolo di paradiso dal valore stimato di circa 24 milioni di sterline. Vale la pena ricordare che, cedere in eredità un bene in Gran Bretagna significa lasciare allo stato il 40% del suo valore, donarlo ad una fondazione, al contrario, non ha alcun costo.

La maestosa residenza in mattoni è un gioiello tipico dell’architettura britannica immerso nel verde: interni in legno e pietre sul pavimento dell’ingresso sulle quali, un passo dopo l’altro, aveva camminato la regina Elisabetta I durante il suo soggiorno a West Horsley Place nell’anno della sua incoronazione.

“La differenza tra l’antica nobiltà italiana e quella inglese – ci racconta Wasfi Kani – è che i primi hanno sempre preferito avere delle residenze importanti in città per ritagliarsi poi dei casino (residenze signorili rustiche) nelle campagne”. Gli inglesi, al contrario, all’epoca della grande urbanizzazione di Londra, sotto il regno della regina Vittoria, sceglievano i quartieri eleganti come Mayfair per stabilirsi in town house, stanze piccole con camino su due o tre livelli, mentre nelle campagne sceglievano grandi palazzi dove soggiornare per andare a “cacciare, sparare e pescare”.

Quando Gascoigner incontra Wasfi Kani si lascia immediatamente sedurre dal suo progetto: costruire un teatro lirico simile a La Scala di Milano nel giardino del XVII secolo che circonda la sua residenza e offrire al pubblico tutti gli spazi disponibili. L’accordo prevede quindi che l’immobile ereditato venga ceduto alla sua fondazione, la Mary Roxburghe Trust mentre quella di Wasfi Kani riceve l’area esterna, il permesso di edificare ed il compito di raccogliere i fondi necessari per costruire il teatro nel parco.

In Gran Bretagna esiste un regime di tassazione molto incentivante per le fondazioni private, il Gift Aid, che permette loro di ottenere dal governo un 25% sul quantitativo di denaro ricevuto attraverso il crowdfunding e, se il donatore è un contribuente inglese gli consente di scaricarlo dalle tasse. L’imprenditrice a quel punto ottiene da un altro benefattore la possibilità di utilizzare un ufficio nella centrale e lussuosa Mayfair per accogliere i donatori disposti a scommettere nella sua impresa.

Di nuovo il destino preme sull’acceleratore e un giorno bussa alla sua porta con il volto di . “Io quando ho un appuntamento – racconta Wasfi – raramente ho l’abitudine di googolare il nome della persona in arrivo, preferisco liberare la connessione emozionale che si genera sul momento”. Michael Cowan è nato sordo ed è un grande uomo d’affari; all’epoca era già direttore di Silchester International Investors, un gruppo di gestione di fondi di Mayfair incaricato di gestire e sorvegliare circa 14 miliardi di Sterline, il Times nel 2019 ha stimato che il suo 18% valesse circa 92,5 milioni e che i dividendi ne fruttassero 108.

“Se io vi dono 200.000 sterline voi mi intitolerete un palco?”, esordì quel giorno Cowan. “Se le dai 200mila Sterline – intervenne a quel punto la moglie, Hilary – in quel palco scrivono tutta la tua biografia!”.  Cowan per la realizzazione del teatro della Granche Opera House versò due milioni e mezzo di Sterline e Hillary Cowan entrò a far parte del cda della fondazione.

Con una raccolta record di donazioni private, in un anno Wasfi Kani ottenne 11 milioni e mezzo di sterline e, nel 2017, realizzò un teatro di cinque piani capace di ospitare un pubblico di 700 persone. La stagione estiva di quest’anno prevede un cartellone di sei settimane, a partire dall’8 giugno. Le opere messe in scena sono un tributo all’Italia, con Puccini, il tutto da godere immersi in un’atmosfera assolutamente British.

Il parco che accoglie il teatro è il luogo dove bere champagne in attesa dello spettacolo, ma è anche il prato dove poter fare un pin nic sull’erba come in un quadro dell’Ottocento. Wasfi Kani nel suo progetto ha pensato a tutto: non esiste il problema del parcheggio, non esiste la fila per l’ingresso e sopratutto, ride soddisfatta mentre ce lo racconta, “non esiste la fila per i bagni”. “Abbiamo realizzato un Lavatorium rotondum ispirato a quelli degli antichi romani che li usavano come luogo di incontro e socializzazione, come quello di Ostia Antica. Abbiamo creato 23 bagni e la gente quasi mi ringrazia più per questo che per l’opera”.

Dopo lo spettacolo il pubblico può trasferirsi nella struttura che ancora porta il segno della presenza dell’ultima regina Tudor, la prima amata Elisabetta della storia della Corona inglese. Ma l’ambizione di Wasfi Kani sta già cavalcando verso un altro obiettivo. “Attualmente la ferrovia si ferma alla stazione di Horsley, da lì si cammina per circa mezzora. Io voglio realizzare un binario con un treno speciale che arrivi fino alla residenza”, ci spiega. E c’è da giurarci: ce la farà!

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