Sanremo 2023, Amadeus ha riportato l’amore al centro del Festival

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Un Festival dedicato all’amore. E’ quanto è emerso dall’ascolto delle 28 canzoni in gara dal 7 all’11 febbraio prossimo a Sanremo e confermato dallo stesso direttore artistico e conduttore Amadeus.”Mai come quest’anno le canzoni dedicate all’amore sono moltissime”, ha sottolineato Amadeus riferendosi alle sue tre edizioni precedenti del festival. “L’amore c’è in tutte le sue sfaccettature”, ha aggiunto, anche quello per persone dello stesso sesso come è il caso del brano presentato da Ariete, all’anagrafe Arianna del Ciaccio, che in ‘Mare di guai’ canta “tu eri più bella di me e adesso che il letto è vuoto e la casa in silenzio ho paura a dormire, noi perse senza un perchè”.

Poi c’è l’amore per il padre di Gianluca Grignani in ‘Quando ti manca il fiato: “mio padre era uno dei tanti ma era il mio eroe”, ritrovato dopo vent’anni. Con una telefonata il padre chiede al figlio se andrà al suo funerale “ed io non ho parlato più, ho tenuto tutto dento e ho messo giù. Addio papà io ti perdono”. E poi c’è l’amore per una donna come quello dei Modà che con ‘Lasciami’ chiedono alla amata che sta per andarsene di fare in modo “che io non me ne accorga. E’ il primo giorno senza di te, ho bevuto il tuo bacio e ho sentito la parte migliore di te, quella che mi mancherà”.

Giorgia, con ‘Parole dette male’ ricorda il primo amore “la prima fuga al mare in moto d’estate, le tue risate e fare i cretini nei prati, andare a dormire ancora bagnati e alla fine eri una bella canzone…ricordo le ultime parole quelle dette male”. Con ‘Due vite’ Marco Mengoni racconta invece di un amore con alti e bassi e che “se questa è l’ultima canzone e poi la luna esploderà sarò lì a dirti che sbagli, ti sbagli e lo sai. Qui non arriva la musica e tu non dormi, spegni la luce anche se non ti va e restiamo al buio avvolti solo dal suono della voce. Due vite guarda che disordine”.

Mara Sattei con ‘Duemilaminuti’ descrive invece il lato più brutto dell’amore, quello violento: “pensavo di poter guarire il tuo cuore. Io mi ricordo quando tornavi a casa stanco e sotterravi i tuoi problemi dentro fiumi di alcool e ogni volta mi dicevi che la colpa era mia. I lividi sopra il mio corpo erano solo i segni che quel male che ti porti non andrà più via”. Insomma un Festival all’insegna dell’amore confermato anche da parte dei Cugini di Campagna, che dall’alto dei loro cinquant’anni e più di carriera chiedono, con ‘Lettera 22’ “non lasciarmi solo, non lasciarmi qui io che non sono altro che un bambino che non sa contare, che non sono altro che un palazzo in costruzione e cade” e che “se mi guardi con queli occhi amore mi farai morire”.

Gli Articolo 31 per questa loro reunion con ‘Non volevamo crescere’, ripensano ai tempi andati a “come eravamo belli” anche se “non battevamo un chiodo, scappati da un quartiere velenoso, abbiamo trasformato l’eternit in oro”. Adesso “ce l’abbiamo fatta, all’inizio era una pacchia ma poi è diventato un lavoro e il lavoro diventa ansia”.

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