Gentile, ‘Che male c’è’ (testo)
Qui non ci sei, pensavo di trovarti qui dietro di me,
che mi avessi preparato un po’ di the,
è bello immaginare questa scena che che profuma di te,
in fondo poi dai che male c’è se sono ancora solo
e non trovo nessuno da scrivere sui muri,
che male c’è, se siamo soli ci sarà un perchè,
e se poi diventa anche una abitudine,
stare al centrocampo, non sentirsi stanco,
correre da soli, viene voglie di me,
che male c’è, se siamo soli ci sarà un perchè,
forse non è il momento di regalare tanto, di andare controtempo,
che male c’è, se siamo soli ci sarà un perchè
e se poi diventa anche una abitudine,
andare controvento, dedicarmi tempo,
vivere di sogni, avere voglia di me,
che male c’è, non è sbagliato e neanche una abitudine,
guardare i sogni dove il cielo e le sue nuvole
si alternano col sole, cambiano colore,
corrono nel cielo in cerca d’aria per se,
gridare a squarciagola, forte come un toro,
essere più solo e dare il meglio di me,
che male c’è