Nel videoclip di ‘Gennaio’ ambientanto negli anni ’30 il cantautore Marchi ‘fotografa’ gli istanti di un amore gay
Disponibile il videoclip di ‘Gennaio’, la ballad pop del cantautore sardo Marchi, ambientato negli anni ’30 tra le montagne innevate della Val di Mello che vede protagonisti di una scampagnata romantica d’altri tempi Antonio e Pietro, due amici che vivono intimamente la scoperta del loro amore. Il videoclip è diretto da Giovanni Iavarone ed è prodotto da Francesco De Giorgi per la Nostos Production. È un breve racconto cinematografico di taglio intimista che ritrae con sguardo poetico ed evocativo i frammenti di una giornata felice nelle vite dei protagonisti. Il cast è composto da Michele Piccolo, Pietro Gambacorta e Marchi. Le riprese si sono svolte tra la Lombardia (Sondrio) e il Lazio (Roma, presso il Museo Agostinelli).
Per il cantautore e il regista l’ispirazione del videoclip ha avuto origine dalla scoperta di una serie di bellissime foto d’epoca che ritraggono coppie di innamorati omosessuali di fine ‘800 e inizio ‘900. Contadini, operai, nobili, militari, ragazzi di ogni età e provenienza, tutti meravigliosamente ritratti in bianco e nero in un momento felice e romantico della loro vita, a sfidare il tempo e i pregiudizi. Bloccati ‘per sempre’ in un passato ‘presente’ come gli eterni protagonisti di un romanzo, hanno volti timidi, imbarazzati, sognanti, garbati, gioiosi di stare tra le braccia del proprio compagno.
“Farsi scattare una foto a quei tempi -sottolinea l’artista- doveva essere già di per sé un evento speciale, quasi ufficiale in un certo senso: ci si pettinava, si indossava il vestito buono delle occasioni, si andava allo studio del fotografo e ci si metteva in posa. C’è una certa epicità in quegli sguardi ritratti, della poesia. Oggi -osserva- uno scatto può sembrarci un’azione scontata, abituati come siamo a farne e a cancellarne cento al minuto, eppure un tempo dietro a una banalissima foto c’erano storie simili a quella del video. C’è stato un tempo in cui scattare una foto era una cosa importante, piena di significato. Figuriamoci per una coppia di ragazze o di ragazzi omosessuali costretti ad amarsi segretamente e che desideravano avere un semplice ricordo come tutti gli altri; qualcosa che sopravvivesse al tempo, da tramandare, da guardare e riguardare, da custodire gelosamente dentro a un taschino o da mettere orgogliosamente in mostra in una cornice del soggiorno”.
“Quel momento, ‘il giorno dello scatto -sottolinea Marchi- doveva essere un evento ancora più sentito per loro. Qualcuno avrà dovuto sfidare sé stesso e la propria timidezza pur di far contento il proprio compagno facendosi ritrarre mano nella mano o con le gambe intrecciate. Qualcun’altra più coraggiosa invece sarà stata orgogliosa di farsi fotografare mentre baciava la propria fidanzata. Ecco, queste foto del passato mi hanno fatto fare un viaggio nel tempo e mi hanno anche ricordato che se pure da allora un po’ di strada l’abbiamo fatta, nel presente -conclude- continuiamo a essere ancora molto lontani da un sano concetto di uguaglianza e di libertà”.
Quanto al brano, si tratta di una ballad intimista di genere Pop che si apre come una piano-song con rimandi alla tradizione della musica d’autore italiana e si sviluppa gradualmente con steel guitar, synth e percussioni avvicinandosi alle sonorità dell’indie-rock contemporaneo. Prodotta da Marchi, Alexander Woodbury (Street Clerks) e Andrea Cola (Sunday Morning) presso lo StoneBridge Studio di Cesena.
‘Gennaio’, spiega l’autore “è una canzone-polaroid, una sorta di fotografia in musica che racconta quanto ci sia di puro e di favolistico nei primi istanti di una storia d’amore. È un ricordo, e per me un ricordo è come un’isola felice che il mondo non vede. Non c’è sulle cartine, non è segnata da nessuna parte, solo tu sai dove si trova e come ci si arriva. E su quell’isola ci torni sempre volentieri quando le cose non vanno”.