PFM, “non siamo contro il progresso ma contro i suoi eccessi” – esce il 22 ottobre ‘Ho sognato pecore elettriche’
(di Daniele Rossignoli) “Non siamo contro il progresso e la tecnologia ma siamo contro i suoi eccessi che possono influenza i giovani d’oggi”. E’ quanto sostengono i due membri storici della Pfm, Franz Di Cioccio e Patrick Dijvas presentando il loro ultimo progetto discografico, ‘Ho sognato pecore elettriche’/’I Dreamed of Electric Sheep’, un album in doppia versione (italiana e inglese) in uscita venerdì 22 ottobre per Sony Music Entertainment. L’album, in effetti, è la testimonianza di quanto ai due esponenti della Pfm il futuro e il progresso non li spaventi. Anzi, il disco infatti, sin dal suo titolo, si ispira al leggendario film di Ridley Scott, ‘Blade Runner’, tratto dal romanzo di Philip K. Dick.
Gli androidi sognano pecore elettriche?, si chiedeva Philip K.Dick e la Pfm fa sua questa domanda per sviluppare quello che è un vero concept album, dove si parla di quanto sta accadendo intorno a noi, di come tutto stia rapidamente cambiando. E di questo cambiamento la band non si dice affatto dispiaciuta: “più passa il tempo -sottolinea Franz Di Cioccio- e più siamo consapevoli del nostro modo di essere, una band, cioè, che rifiuta ogni definizione di genere. il nostro segreto dopo cinquant’anni è quello di saper modificare sempre le cose, vivere il passato, il presente e il futuro”.
Accanto a Franz Di Cioccio (batteria e voce) e Patrick Djivas (basso) nell’album ci sono Lucio Fabbri (violino, seconda tastiera, cori), Alessandro Scaglione (tastiere, cori), Marco Sfogli (chitarra, cori) e Alberto Bravin (tastiere, chitarra, seconda voce) oltre a due vere leggende del rock come Ian Anderson (Jethro Tull) e Steve Hackett (Genesis) e uno dei fondatori della Pfm, cioè Flavio Premoli assieme a Luca Zabbini dei Barock Project.
Scrittori come Philip K. Dick o Isaac Asimov sono veri punti di riferimento per la band e in particolare per Franz Di Cioccio che sottolinea come, i temi da loro affrontati in passato “siano attualissimi, soprattutto quello centrale della memoria emotiva. Una memoria -osserva- che gli androidi non hanno o sembrano non avere vivendo una realtà tutta diversa dalla nostra. Questo ci ha fatto pensare al mondo di oggi affiancato da un mondo fatto di giga e algoritmi”.
La Pfm, a detta di Patrick Djivas non si è mai domandata chi fosse il suo pubblico: “noi facciamo i dischi prima di tutto per noi -sottolinea- facciamo la musica che ci piace fare e che ci rappresenta. Non abbiamo mai puntato al successo e guardato alle classifiche. Sappiamo che quello che facciamo ci piace e per questo, sicuramente, ci sarà qualcuno interessato a condividere con noi queste emozioni”. E di emozioni l’album è pieno a cominciare dal brano di apertura totalmente strumentale: “in quattro minuti -sottolinea Djivas- abbiamo attraversato duecento anni di musica, passando dalla classica per arrivare a quella contemporanea. Tutto senza testo per lasciare al pubblico la possibilità di immaginare cosa potrà accadere nel resto dell’album”. Album che si chiude, insolitamente, con una jam session “che ci siamo voluti regalare proprio perché -concludono- dopo questi due anni terribili avevamo una gran voglia di suonare”.
Tracklist ‘Ho sognato pecore elettriche’: ‘Mondi Paralleli’; ‘Umani Alieni’; ‘Ombre Amiche’; ‘La Grande Corsa’; ‘AtmoSpace’; ‘Pecore Elettriche’; ‘Mr. Non lo So’; ‘Il Respiro del Tempo’; ‘Transumanza’ (bonus track); ‘Transumanza Jam’ (bonus track).
La PFM incontrerà i fan negli Instore: il 22 ottobre a Genova (ore 18 Feltrinelli Genova c/o Albergo dei Poveri), il 26 ottobre a Roma (ore 20 Feltrinelli Roma, Appia Nuova 427), il 27 ottobre a Milano (ore 18.30 Feltrinelli Milano, Piazza Duomo).
Orazio Truglio