Caetano Veloso con il singolo ‘Anjos Tronchos’ riflette sull’utilizzo di internet e anticipa il suo prossimo album in uscita a breve
Il cantante e compositore brasiliano Caetano Veloso, vincitore di tredici Latin Grammy e due Grammy Awards nella categoria ‘Best World Music Album’, è pronto a tornare nei prossimi mesi con un nuovo album, il primo con Sony Music, che si preannuncia come un viaggio nella testa dell’artista che mostra il processo di creazione delle sue canzoni. L’album è stato anticipato in questi giorni dal singolo ‘Anjos Tronchos’, già disponibile in digitale, che riflette sull’attuale utilizzo della tecnologia e di internet.
Considerato uno dei musicisti più importanti della musica popolare brasiliana, Caetano Veloso racconta così ‘Anjos Tronchos’: “È una canzone che pensavo non sarei riuscito a finire, a causa della mia poca familiarità con l’argomento. Mi sono ripromesso che se avessi voluto fare una cosa del genere, avrei avuto bisogno di saperne molto di più. Per saperne di più, avrei avuto bisogno di usare di più internet, di saperne di più su ciò che accade sui social media”.
“Anche se non ho molta familiarità con la tecnologia e le sue conseguenze -prosegue Caetano Veloso- ho scritto una canzone che sembra toccare temi molto più vasti di quelli che il suo autore è in grado di padroneggiare. Ci sono state molte canzoni che hanno avuto risultati politici, hanno plasmato le menti di generazioni, di settori della società, e che non sono state scritte da una persona che padroneggiava la complessità della questione. Alla fine ho pensato: ‘Sono riuscito a scrivere una canzone che potrebbe essere una di quelle'”.
Il video del singolo, diretto da Fernando Young e Del, trasmette la densità della canzone con immagini che vedono Caetano tra ombre e specchi. “Abbiamo cercato di riprodurre effetti reali in modo artigianale, senza post produzione, o effetti che avrebbero distolto l’attenzione dalla performance di Caetano. Così è nata l’idea di costruire scenari super minimalisti che contrastano con la moltiplicazione dei riflessi e degli algoritmi, una metafora per indicare il vuoto digitale”, spiegano Fernando Young e Del.