Le sonate per violino e pianoforte di Bach eseguite da Guido Rimonda e Ramin Bahrami

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Esce il 24 settembre il primo volume delle sonate per violino e pianoforte di Bach eseguite da Guido Rimonda e Ramin Bahrami. L’integrale sarà completata nel primo semestre del 2022 con il secondo volume. La domanda che si pongono i due musicisti è: serviva una nuova versione delle sonate per violino e pianoforte – anzi, sarebbe più esatto dire per violino e tastiera – di Johann Sebastian Bach? “In fondo, pur se capolavori, non sono opere poi così note neanche agli appassionati, tanto che tradizionalmente -spiegano- sono state raramente visitate dalla discografia. A ciò va aggiunto che siamo in tempi difficili per la musica classica, relegata sempre più spesso nell’immaginario collettivo, a ‘musica per rilassarsi’, o ‘musica per non pensare’, mentre questi pezzi sono, all’esatto opposto, ‘musica per pensare'”.

Pochi artisti negli ultimi anni hanno fatto tanto, spesso fra lo scetticismo generale, per portare la musica di Bach a tutti, come Ramin Bahrami. L’artista iraniano ne ha fatto una missione di vita a partire dall’infanzia, portandolo ovunque, senza paura, con grande dedizione, lavorando alla distruzione di steccati di cui spesso l’ambiente della musica classica ama circondarsi. E così sono arrivate centinaia di concerti, dai grandi teatri alle piccole sale, persino in scuole e oratori, senza preconcetti, convegni, libri, manifestazioni, esaltando l’eternità, l’attualità e anche la semplicità di fondo del messaggio del Kantor. E anche una ventina di dischi con la quasi integrale dell’opera per tastiera – ad esclusione delle musiche per organo – tutte eseguite con il pianoforte.

Da parte sua Guido Rimonda, inesauribile anima della Camerata Ducale che ha portato da una dimensione locale all’eccellenza, con un fitto calendario e tournée mondiali, vero e proprio gioiello della città di Vercelli dove svolge gran parte della sua attività, ha non solo eseguito, nel doppio ruolo di violinista e direttore, un variegato repertorio, ma ha dedicato uno sforzo immane allo studio e alla diffusione dell’opera di Giovan Battista Viotti, autore negletto e sconosciuto ai più oggi, ma apprezzatissimo compositore fino all’inizio del ventesimo secolo, sottraendone l’opera all’oblio cui pareva destinato.

Insomma, due musicisti che nella loro vita artistica hanno badato solo alla musica, con missioni nobili e ben precise. Un atteggiamento che non poteva che portarli, prima o dopo, a condividere un progetto comune. Sintomatiche le parole di Bahrami: “Guido Rimonda? Dal primo momento l’ho trovato il violinista ideale con cui intraprendere questo viaggio nel mondo meraviglioso e multiforme delle sonate per violino e cembalo di Bach, perché unisce nel suo modo di far musica ricerca, eleganza e umanità di tocco, accompagnate da una simpatia non comune, nel senso etimologico del termine, il saper sentire insieme”.

Prosegue Rimonda: “Credo di essere una persona fortunata: ho una splendida famiglia, faccio quello che ho sempre desiderato e… ho incontrato Ramin Bahrami. Con lui è nata subito una sintonia che è poi diventata una bella amicizia. Dal punto di vista musicale, poter registrare questo repertorio con lui, che è un punto di riferimento delle esecuzioni bachiane, è stato esaltante. Una delle sue grandi doti -sottolinea- è quella di trasformare pagine all’apparenza cerebrali in danze, immediate e piacevoli. La voglia di suonare insieme è stata tale che, durante il lockdown, abbiamo addirittura tentato, ovviamente con scarsi risultati, di provare con Skype”.

“Le sonate per violino e cembalo -spiega ancora Bahrami- abbattono ogni tipo di solismo appariscente e fine a se stesso per la prima volta nella storia della musica, per creare un’unione di intenti e scambi sonori all’insegna della perfezione melodica e armonica, sorretti da una struttura dialogica e virtuosistica inimitabile. Scorrono come cascate eterne colme di purezza inimmaginabile e luminescente, dove la struttura abbraccia la più alta commozione e poesia. Capolavori davvero unici”.

Rimonda conclude sottolineando che “le sonate per violino e tastiera mostrano un Bach precursore delle successive grandi sonate a duo. In modo incredibile il pianoforte riesce a fraseggiare come il violino, dialogando alla pari anche nei cantabili, cosa che prima pareva impensabile. Ecco la grandiosità”.

La registrazione fa seguito a una serie di numerose esecuzioni dal vivo realizzate da Bahrami e Rimonda in Italia e all’estero nel corso degli ultimi due anni. E per gli amanti delle coincidenze una curiosità: il violino Stradivari Le Noir, con cui è stata realizzata la registrazione, compie quest’anno 300 anni, la stessa età dei capolavori bachiani realizzati nell’arco di circa un decennio tre secoli fa.

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