INTERVISTA/Emanuele Barbati, difendiamo i lupi che non sono i cattivi di questa società
“Difendiamo i lupi. Sono da sempre considerati animali cattivi mentre invece i cattivi di questa società spesso sono molto più vicini a noi”. Emanuele Barbati con il suo ultimo album ‘Mentre fuori arrivano i lupi’, ha voluto usare la metafora del lupo cattivo per mettere in guarda da chi si definisce amico ma che amico invece non è. “Quando ho pensato al brano -spiega a IlMohicano- ho voluto raccontare, proprio attraverso una metafora dell’animale lupo, una storia un po’ diversa. Nel nostro immaginario, da sempre, il lupo rappresenta il cattivo. C’è sempre questo preconcetto che ciò che non conosciamo è nostro nemico. Io invece ho voluto immaginare che spesso i nemici ce li abbiamo in casa, non a livello famigliare ma più spesso a livello lavorativo anche all’interno del mercato discografico. Con questo disco non ho voluto dare troppo ascolto al cacciatore in casa ma seguire il lupo nel bosco, quasi un tentativ0 di lasciarsi andare là dove non siamo al sicuro”.
“Riabilitiamo la figura il lupo”, prosegue Emanuele Barbati che proprio per questo ha collegato il disco al progetto ‘Sos Natura Italia’ del WWF per la salvaguardia di questo animale. “Quando ho deciso di sostenere la campagna del WWF -ricorda Barbati- mi è successa un’esperienza quasi mistica. Io abito in provincia di Taranto, vicino al mare, e un giorno, in pieno inverno, ho avuto un incontro ravvicinato con un lupo. Un fatto veramente strano perché qui da noi i lupi non si erano mai visti. Ho sentito il wwf e mi hanno spiegato che i lupi stanno tornando in alcune aree dove, in realtà ci erano sempre stati in passato prima di essere cacciati e che adesso stanno riconquistando i loro habitat”.
La pubblicazione di questo album avviene in “un momento particolarmente strano per il mercato discografico -sottolinea l’artista- in questo momento c’è un vero e proprio surplus di uscite e forse avremmo potuto aspettare un po’. Ma abbiamo voluto uscire lo stesso -aggiunge- perché ritenevamo fosse giusto non lasciare troppi brani nel cassetto con il rischio che potevano diventare vecchi. Lo stesso si può dire per la ripresa dei live. volevamo ripartire questa estate, e qualche data già programmata la faremo, ma il tour, quello vero, partirà in autunno, sperando vada tutto bene in questi mesi”
“La musica sta soffrendo -sottolinea- e non solo da adesso ma da un po’ di anni. Sembra che il momento buono per uscire con qualche disco o per i live non ci sia mai. Ci stiamo abituando, un po’ tutti, a questa stranissima forma di attesa. Per questo ho voluto uscire lo stesso con il disco perché spesso aspettare -osserva- è un più una scusa che una necessità”.
“Mi piacerebbe cominciare a scrivere cose nuove -prosegue Barbati- per non rimanere troppo legato a quello che ho fatto. La pandemia ha rallentato tutto, ho delle canzoni scritte due anni fa che voglio riprendere e sto scrivendo senza un vero filo conduttore. L’idea è quella di fare un nuovo album e di uscire solo con quello, vorrei spezzare questa tendenza, un po’ strana, della discografia attuale che impone agli artisti di uscire ogni due mesi con un singolo nuovo. Questo -osserva- snatura tantissimo la creatività perché un artista deve avere il tempo per scrivere delle canzoni. Se lo si obbliga a uscire con un singolo che deve essere sempre e per forza una bomba… Si finisce che si crea una sovrabbondanza di singoli che rischiano poi di rimanere nell’anonimato e magari sono dei capolavori”.