Da Ricki Cellini con la sua ‘Canzonissima’ ricorda Raffaella Carrà e un periodo storico che univa
Riki Cellini suggestiona con la sua ‘Canzonissima’, un omaggio alla memoria, a quell’immaginario pop che torna a ondate col solo intento di farci ballare, di regalarci una spensieratezza carica di ricordi. Il varietà e gli anni della Canzonissima televisiva, un mondo che evoca ancora tanta fascinazione “perché era una televisione vera, sincera – spiega Riki Cellini – rispecchiava il sentire degli italiani e un’Italia che non c’è più, romantica, elegante e spensierata, capace di emozionarsi con le piccole cose, di guardarsi negli occhi. Un periodo storico che univa invece di dividere e che Raffaella (Carrà ndr) si è portata definitivamente con sé”.
Una fotografia di un periodo felice non solo del nostro immaginario, che funge anche da involontario omaggio a Raffaella Carrà e che ha ricevuto consensi autorevoli come quello del Maestro Peppe Vessicchio:
“Canzonissima: il superlativo del sostantivo ‘canzone’ rappresenta in modo emblematico il sentimento che circolava in quegli anni riguardo al potere mediatico-culturale di questa forma musicale. Evocarne i contenuti farà bene perché ci riconnette a quello che siamo attraverso quello che eravamo. Un passaggio indispensabile per storicizzare quello che tutti noi proviamo a fare”.
Riki Cellini con la complicità e le intuizioni negli arrangiamenti di Valerio Baggio, costruisce a suo modo uno zibaldone di pensieri, non solo prendendoli in prestito dai titoli delle hit italiane degli anni ’70/’80, ma facendoli diventare il racconto di un immaginario creativo sopra il quale non ha mai smesso di ruotare una scintillante disco ball.
L’arrangiamento di ‘Canzonissima’ ricostruisce l’intenzione e il groove della disco music anni ’70, includendo citazioni musicali scolpite nella memoria di tutti. Così il video con nuove interpretazioni delle scenografie e delle coreografie dell’omonima trasmissione televisiva degli anni ’70, fino ad arrivare alla successiva esplosione del colore degli anni ’80.
Photo credit: Mario Rota