INTERVISTA/Furia in Melis, dopo ‘Astrazeneca’ ci siamo chiariti con i No Vax
8di Daniele Rossignoli) Pace fatta con i No Vax? Dopo l’uscita del brano ‘Astrazeneca’ di Furia in Melis feat. Aris Cena, e gli attacchi, anche violenti, sui social da parte dei No Vax, Giampietro Melis, intervistato da IlMohicano, spiega che “tutto sembra essere rientrato. I No Vax -sottolinea- non avevano capito che il nostro voleva solo essere solo ed esclusivamente un brano estivo, senza alcuna strumentalizzazione. Pensavano, addirittura, che fossimo stati pagati dall’industria farmaceutica, cosa ovviamente non vera. Anche se siamo favorevoli alle vaccinazioni -continua Giampietro Melis- non volevamo lanciare nessun messaggio ma solo trasmettere un po’ di allegria con il nostro reggaeton”.
Dopo gli attacchi subiti, prosegue Melis “ho scritto ad uno dei rappresentanti del movimento No Vax, spiegando che si possono anche avere opinioni diverse ma che vanno sempre espresse con educazione, mai con la violenza. Abbiamo ribadito loro quali erano, effettivamente, le nostre intenzioni e sembra che ora l’abbiano capito”. A parte questa parentesi polemica, il brano sta riscuotendo un ottimo successo, con oltre un milione di visualizzazioni su Facebook.
“L’idea -aggiunge Melis- era quella di creare un brano estivo, che ricordasse il momento che stiamo vivendo, ma senza secondi fini se non quelli esclusivamente musicali. E’ stata la mia fidanzata, Gioia Furia che, insieme ad Aris, hanno pensato al brano e me lo hanno proposto. Io sono sempre stato un cantante melodico/pop ma loro mi hanno convinto ad interpretare questo reggaeton”.
Giampietro Melis è cresciuto in una famiglia di artisti: suo nonno, Agostino Falchi è un ‘cantadores’ conosciuto in tutta la Sardegna ed è stato proprio lui che, quando Giampietro aveva sei anni, lo ha spinto a catare. A 18 anni, dopo aver conosciuto Giuliano ‘Selva’ Ponzuoli fonda la Petermusic Scb, con cui produce alcune trasmissioni televisive e cura il festival ‘Quella Bandiera Gialla’, con il patrocinio artistico di Gianni Pettenati.
“A 27 anni ho deciso però di fermarmi -racconta Melis- dedicandomi all’imprenditoria e ad alcune attività sociosanitarie. Ero entrato in una fase della mia vita in cui dovevo prendere una decisione ed ero anche un po’ amareggiato dal sistema discografico italiano che è molto complesso. Se non hai dei canali giusti -osserva- che ti indicano la strada da percorrere è molto difficile crescere. Ho così abbandonato per quasi dieci anni il mondo musicale fino a due anni fa, quando ho conosciuto Gioia, che mi ha spinto a ricominciare a 39 anni. Ora però -sottolinea- lo faccio in maniera diversa, posso permettermi di fare quello che mi piace, sempre con passione ma anche con estrema leggerezza, senza l’assillo di dover per forze emergere”.
Per questo ai giovani “consiglio di non fermarsi nel fare solo musica, ma di guardarsi attorno, osservare il mondo che li circonda a 360 gradi. Fare esperienze diverse e soprattutto osservare attentamente tutto quello che la vita gli riserva. Documentarsi tanto e vivere la vita, per poi poterla raccontare. I nostri grandi cantautori non si fermano alle parole ma vanno nel profondo dei contenuti. Più delle parole -spiega- sono importanti i concetti”.
Con la fidanzata nel 2018 decide di dar vita al duo Furia in Melis e nel 2019 presentano a Casa Sanremo il brano ‘L’immigrato se ne infischia’. Adesso, assieme all’amico cantautore Aris Cena, ha pubblicato il singolo ‘Astrazeneca’ che è accompagnato da un videoclip girato a Masua in Sardegna dove, tra spiagge, sole e mare cristallino, Melis è alle prese con un folle inseguimento da parte di un poliziotto che cerca di raggiungerlo in tutti i modi, per verificare che abbia fatto il vaccino o il tampone.