Con ‘City Porno’ Dheli contro il sesso sui social
Per il suo nuovo singolo, Dheli sceglie un titolo, una copertina e un immaginario volutamente provocanti: ‘City Porno’. Lungi dall’essere un singolo ‘pornografico’ o una mera trovata pubblicitaria (‘sex sells’, recita un famoso detto del marketing), ‘City Porno’ sbatte il sesso in faccia ma lo usa per portare avanti una metafora della società contemporanea. In un mondo in cui per ogni attività dobbiamo essere sempre e compulsivamente connessi, è inevitabile venire bombardati dai messaggi, dalle foto e dai post che ci raccontano ogni dettaglio delle vite altrui pure quando non stiamo attivamente scrollando la home di un social (“mi faccio i cazzi tuoi anche se non voglio”, dice Dheli nel brano). Così come inevitabile è il processo opposto, quello di sentirsi sempre in mostra, mettersi a nudo di fronte a occhi che giudicano e ai quali non si possono dare spiegazioni, massimamente rappresentato dal funzionamento algoritmico di un social come Instagram.
È da questo che nasce l’immaginario del brano: la società contemporanea iperconnessa ci mette costantemente in vetrina, come le donne nel quartiere a luci rosse di Amsterdam, imponendoci l’accettazione di un canone di perfezione così alta, che a volte sentiamo che ci manca “un po’ di quella roba lì”, un po’ di naturalezza con tutti i suoi difetti, perché “la roba vera è quella più importante”, dice Dheli.
‘City Porno’ continua la ricerca di Dheli all’interno del filone “future vintage”, l’innovativo genere musicale creato tramite “una sorta di sincretismo fra elementi sonori tipici della musica anni ’80 e le evoluzioni più recenti del panorama musicale, senza paura di spaziare (e di non lasciarsi rinchiudere) fra rap, dance, pop e rock”, qui modulato sulla base di un beat reggaeton.