Nicolaj Serjotti’ con nove tracce descrive la sua ‘Milano 7’ nel suo disco d’esordio
Anticipato dai singoli ‘Ottobre’, ‘Scarabocchi’ e ‘Latitudine’, ‘Milano 7’ (Virgin/La Tempesta) è il disco d’esordio di Nicolaj Serjotti: nove tracce prodotte da Fight Pausa e Wuf che trasportano nell’universo poetico e sonoro di un giovane artista nato e cresciuto in provincia di Milano. Suoni strettamente rap, con batterie squantizzate e strofe ricche di incastri, ma anche momenti in cui Nicolaj Serjotti si abbandona a melodie e atmosfere più leggere su tappeti che si tingono di sfumature elettroniche.
I titoli dei brani sono secchi, fulminei, capaci di inquadrare immediatamente il senso di uno stato interiore che però è sempre il riflesso di una situazione concreta. E così ‘Mostri’ affronta la dicotomia fra la tentazione di affrontare il buio, le immagini cupe della nostra intimità e la voglia di liberazione/rimozione dai pensieri negativi. Un brano come ‘Mitra’ descrive in modo diretto e a tratti brutale un romantico senso di impotenza per il tempo che passa e le relazioni che si sfaldano. L’elemento tempo ricorre anche in ‘Ottobre’: è il tempo che si rincorre continuamente e che genera quella frustrazione che si prova di fronte allo scarto tra ciò che è, o che è stato, e le aspettative che si avevano. Una sensibilità condivisa con l’amico Generic Animal, non a caso presente in questo brano con un featuring (così come Serjotti aveva preso parte alla traccia ‘Alveari’ nell’album di Luca Galizia).
Serjotti affrontare il vissuto quotidiano con un realismo alla Jonathan Franzen, l’ironia di un David Foster Wallace, la dimensione surreale di Charlie Kaufman. A colpire nel segno sono le metafore ironiche di ‘Tetrapak’ o le iperboli di ‘Senza fiato’, due tracce in cui affronta le difficoltà di una relazione e il disagio nel comunicare i propri sentimenti. Ma poi c’è anche la capacità di ridisegnare la percezione di una città, trasformandola in una sorta di cartone animato dal gusto naif, come accade in ‘Scarabocchi’. La voglia di fuggire dalle frenesie della vita di tutti i giorni sognando viaggi verso destinazioni lontane di ‘Latitudine’ e il bisogno di abbandonarsi a un attimo di puro relax con l’interludio/divertissement ‘Pepsi Cola’. Fino ad arrivare alla traccia conclusiva, ‘Colpa mia’, un brano che si rivela come una seduta di autoanalisi, fra assunzioni di colpa e lacrime finte.
In questa miscela perfetta di realtà e astrazione, di condizione universale ed espressione individuale, ‘Milano 7’ fa da sfondo: nel suo essere al tempo stesso luogo di provincia e distretto metropolitano, microcosmo nel macrocosmo, è lo scenario ideale per questa preziosa antologia di racconti musicali che mette in scena tutte quelle piccole incertezze e inquietudini che segnano il passaggio dalla fase post-adolescenziale a quella adulta. Un vero e proprio paesaggio dell’anima in cui Serjotti ambienta la ricerca, individuale e generazionale, della propria identità, in un mondo anch’esso smarrito, in bilico fra definitiva disgregazione e rinascita.
Tracklist
1. Mostri
2. Teatrapak
3. Scarabocchi
4. Ottobre
5. Senza fiato
6. Mitra
7. Pepsi Cola
8. Latitudine
9. Colpa mia