Il video di ‘Ti sento’ di Genise feat. Silvia Mezzanotte in italiano, spagnolo e inglese

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E’ uscito il video di ‘Ti sento’, prodotto in italiano spagnolo e inglese, in una versione inedita e rivisitata da Giancarlo Genise con il feat. di Silvia Mezzanotte, voce storica dei Matia Bazar. (Hoop Music/Believe digital) che è già in radio, negli store e sulle piattaforme digitali. Il video è stato girato all’interno della Lambretto Factory a Milano, un luogo esclusivo con una grande evocazione alla più celebre The Factory di Andy Warhol, che rappresenta uno spazio di ricerca, passando dal cinema alla fotografia, dal riutilizzo di materiali alle opere più contemporanee di artisti tra i quali: Marta Volontè, Skiri, Alan Maglio, Peter Burchia, Lucerni, Agnemagg e Giores.

Quest’ultimo, autore del quadro di Silvia Mezzanotte che prende il nome di ‘I Feel You’, partendo da una fotografia con un’azione di Action Painting, dà vita ad un affaccio sull’universo del pensiero dell’essere, un viaggio temporale che cattura lo sguardo dell’osservatore evocando in sé pensieri che possono essere legati dal mondo introspettivo alla vera esistenza dell’uomo, ottenendo come risultato finale una storia in cui il sogno si confonde con la realtà lasciando proliferare incubi, ossessioni e desideri.

“Il binomio Genise/Mezzanotte -racconta la cantante- nasce tre anni fa sul Muro di All Together Now e si è trasformato in una grande amicizia. L’idea di partecipare a questa sua nuova versione di ‘Ti sento’ mi è piaciuta subito, Genise è un ottimo performer, con una voce straordinaria e quindi è stato facile cantare con lui, perché gli piace fare cose di qualità curando i minimi dettagli – conclude Silvia Mezzanotte- ciò che pretende dagli altri lo chiede decuplicato a sé stesso e in questo siamo molto simili”.

Genise spiega che “da tempo volevo realizzare un progetto che potesse omaggiare i tanti artisti con cui ho condiviso professionalità e amicizia. Silvia Mezzanotte è una grande amica, una delle voci più belle d’Italia, e festeggia 30 anni di carriera. Quale regalo più grande potevo farle se non un omaggio musicale usando ‘Ti Sento’ che quest’anno compie 35 anni dalla prima pubblicazione”.

Matteo Macchiavello regista del video descrive così la sua esperienza: “Quando ho incontrato Genise e mi ha parlato del progetto ho compreso la sua idea di voler rappresentare oltre al racconto tutto il mondo dell’arte che per via delle ultime vicende storiche note a tutti ha subito un grande stop, posizionando gli artisti come una risorsa non necessaria. Il suo desiderio di comunicare arte e cultura, inserendo svariate forme artistiche -prosegue il regista-  era una ‘match’ difficile ma non insormontabile, così abbiamo deciso di scrivere insieme il video. Ecco che se ne sviluppa un concetto ove la pittura, la fotografia, la scultura sottolineata dalla musica creano il connubio perfetto di soggettività e suggestività; per mezzo delle infinite combinazioni dei colori sottolineati dai suoni, esse possono tradurre o suscitare particolari stati d’animo e nuove visioni personali e recondite”.

“Se la musica agisce come elemento immediato sui nostri sensi, dei quali l’udito è il primo ad esserne direttamente interessato, provocando una vera e propria sollecitazione fisica -osserva Macchiavello- le arti visive provocano un forte eccitamento emotivo. L’unione tra musica e arti figurative, creano il ‘ménage’ perfetto sull’evoluzione dell’essere umano che dal periodo rinascimentale ad oggi, e in particolare nel ‘900 con la nascita delle avanguardie artistiche e dell’arte moderna hanno sottolineato il rapporto di libertà espressiva nella rappresentazione del corpo e della sensualità, mostrando lineamenti di bellezza nella trasgressività che diventano un concetto solo verbale”.

“Contemporaneamente, la nascita della psicanalisi porta l’essere umano a liberarsi da freni inibitori che per dottrine hanno avuto ombra con un vuoto temporale dal 420 a.C. (arte greca) al 1900 d.C. Si crea così una paura dettata dalla semantica con sempre maggior distanza tra la parola e il gesto. Molto spesso -conclude- la parola crea il pregiudizio e il gesto ce ne libera”.

 

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