Scarda con ‘Monte Mario’ rovista tra gli oggetti della persona amata
“Quando si trovano in giro per casa gli oggetti della persona amata: una felpa, un libro, il tabacco -spiega Scarda- si accenna spesso un sorriso (o un sospiro). Nel bene o nel male, quando li guardiamo, questi oggetti brillano (o sanguinano) perché non sono semplici oggetti, sono un’estensione della persona amata, un suo prolungamento. Di questo vuole parlare ‘Monte Mario’, del ricordo di questi oggetti, dei rimorsi a metà, dei piaceri piccoli che poi sono i più grandi, di quello che dai, ancora inconsapevole che sarà quello che lascerai.
“‘Monte Mario’ -aggiunge Scarda- è anche il nome di un luogo. Per alcuni luoghi si tende ad avere rispetto, a considerarli templi dell’amore, dove la luna piena è cerimonia del ricordo, un rito da celebrare da soli, per non violare quello spazio, per non profanare il tempio”.