INTERVISTA/Carrese, non vivo bene l’isolamento
(di Daniele Rossignoli) “All’inizio vivevo questa situazione pensando positivamente perchè non era ancora chiara la gravità della situazione. Ero convinta che in un paio di settimana e si sarebbe risolto tutto. Adesso, con la consapevolezza di non poter suonare per parecchio tempo, di non poter fare concerti, non la sto vivendo bene”. Roberta Carrese, in arte semplicemente Carrese, non nasconde a IlMohicano le proprie preoccupazioni dovute, soprattutto, all’incertezza di quando tutto potrà tornare alla normalità. “Stiamo lontani da tutti, dagli amici, dalla famiglia -sottolinea- io cerco di non pensarci concentrandomi esclusivamente sulla musica, ma non è facile”.
“Mi auguro che da tutto questo esca qualcosa di positivo -sottolinea la giovane cantautrice- da poco tempo usiamo le mascherine e se ci sembra di impazzire. Ho pensato alla terra come ad una persona, costretta ad usare sempre la mascherina per difendersi dall’inquinamento. Abbiamo un’opportunità per ripartire meglio, da una terra leggermente più pulita. Perchè non continuare così?”.
Dal punto di vista creativo, poi “non vedere nessuno, non poter uscire -osserva Carrese- non facilita certo l’ispirazione. Con molta difficoltà riesco comunque a trovare qualcosa di cui parlare che però non centra nulla con quanto sta succedendo”. E siccome non si può fermare la musica “che resta l’unico modo per evadere un po’ e darci forza”, Roberta Carrese, dopo aver pubblicato a marzo il singolo ‘Vetro’, è al lavoro per ultimare altri cinque o sei brani che faranno poi parte di un album la cui uscita dovrebbe essere programmata per fine autunno, in vista di Sanremo Giovani, tra i suoi prossimi obbiettivi.
“Nel frattempo però -sottolinea- dovrò cercarmi comunque un lavoro. Ho fatto la commessa per due anni e mi sono licenziata proprio a fine anno, non prevedendo certo questo disastro. Lavorare mi ha permesso di essere autonoma, di poter fare la musica che volevo e che vorrei poter continuare a fare”.
In questa situazione di incertezza per il mondo dello spettacolo, vi è poi l’aspetto legato ai concerti: “io ne avevo in programma tre che sono, ovviamente, saltati. Non sono molto social e quindi il rapporto live con il pubblico per me è fondamentale. Anche quando si apriranno gli spazi per poter fare i concerti -sottolinea- per noi emergenti sarà molto complicato. Un conto è ridurre la capienza da trentamila a diecimila posti per il live di un big, ma per noi emergenti gli spazi saranno molto ridotti. I numeri contano -conclude- e non credano che per noi ci saranno molte possibilità”.