Matteo Faustini, ‘Vorrei (la rabbia soffice)’ (testo)
Ma dove sei sono mesi che sto digerendo
Una lettera che avrei voluto averti letto in tempo
E ti chiedo scusa se sto cantando e non scrivendo
Ma la musica è la lingua con cui parlo meglio
Vorrei un mondo più sincero e con meno confini
Invece di una società modello telefono senza fili
È un mondo che funziona come il gioco della sedia
Ognuno pensa al suo posto e gli altri giù per terra
Vorrei che all’università il voto più alto fosse trenta
E la lode è per chi supera l’esame di coscienza
Giochiamo a nascondino dietro a una preghiera
Ma il silenzio è solo un’omissione di difesa
Vorrei un cuore senza regole
Vorrei un carattere flessibile
Vorrei una vita più potabile
Vorrei che la rabbia fosse soffice
Vorrei imparare a stare un po’ da solo senza poi dimenticare come amare qualcuno
Vorrei una favola abitabile
Vorrei
Io vorrei essere il carboidrato di un cuore affamato
Vorrei essere l’ago puntato di un cuore disorientato
Vorrei riuscire ad apprezzare ogni sofferenza
Perché il dolore è solo un acceleratore di esperienza
Vorrei spiegare che si può lottare insieme
A quei rapporti che si sporcano più in fretta della neve
Vorrei una primavera senza mille allergie
Una prima vera storia senza le bugie
Vorrei tornare indietro e non chiuder quella porta
Perché un peccato è un’opportunità non colta
Vorrei un cuore senza regole
Vorrei un carattere flessibile
Vorrei una vita più potabile
Vorrei che la rabbia fosse soffice
Vorrei imparare a stare un po’ da solo senza poi dimenticare come amare qualcuno
Vorrei una favola abitabile
Io vorrei essere il carboidrato di un cuore affamato
Vorrei essere l’ago puntato di un cuore disorientato
Vorrei troppe cose eppure ne posseggo tante
Come alla Sirenetta a cui mancavano le gambe
Ma quello che io voglio non lo posso avere
È come aprire un regalo che non ti appartiene
Che non ci appartiene
Ascoltato da un cuore sintonizzato
Ricordato da un cuore dimenticato
Io vorrei essere adottato da un cuore innamorato.