INTERVISTA/Boreale, siamo quasi ad un punto di non ritorno
(di Daniele Rossignoli) “Siamo quasi ad un punto di non ritorno. Quanto sta accadendo, forse, ci fa rendere conto di come abbiamo gestito male la natura, il nostro pianeta e spero che qualcosa possa veramente cambiare”. Dalla sua casa romana, Alessandro Morini, in arte Boreale, non nasconde la sua preoccupazione per come sarà gestito il dopo coronavirus. “Il 4 maggio è alle porte -spiega Boreale intervistato da IlMohicano– ma ancora non abbiamo capito bene cosa succederà”.
“E’ una situazione molto delicata, difficile per tutto e anche per il mondo dello spettacolo”, osserva il cantautore romano. “Noi -osserva- siamo l’ultima ruota del carro e per adesso è giusto che si pensi alla salute di tutti. Vedo però che anche artisti del calibro di Laura Pausini, Tiziano Ferro e Ligabue chiedono chiarimenti sul futuro del nostro settore e questo vuol dire che è una preoccupazione che riguarda tutti, senza dimenticare coloro che lavorano dietro le quinte”.
Uscito con un nuovo singolo, ‘Meraviglia’, Boreale aveva in programma per questi mesi tutta una serie di appuntamenti live che, naturalmente, sono saltati. “Paradossalmente -spiega- il mio ultimo singolo, pur avendolo scritto alcuni mesi fa, sembra rappresentare benissimo quanto sta succedendo nel nostro Paese e nel mondo, parlando di una rivoluzione”. In realtà il brano racconta di una rivoluzione sì ma sentimentale “di una storia che ho vissuto intensamente”.
Ma una rivoluzione Boreale l’ha già messa in campo quando, dopo otto anni di ‘convivenza’ ha deciso di lasciare il gruppo dei Mary In June, passando dal punk al pop indie: “già quando facevo parte dei Mary In June scrivevo cose diverse dal nostro genere -spiega- e ci siamo resi conto che le nostre strade stavano prendendo direzioni diverse. Ho iniziato a scrivere in modo più intimo, più personale”.
Difficile, tuttavia, per uno abituato a girare il mondo, soprattutto i paesi orientali, trovare nuova ispirazione tra le quattro mura domestiche “ma sto passando le giornate proprio alla ricerca di cose nuove. Stare a casa è difficile, ma mi costringe a pensare di più alla musica. Appena tutto questo però sarà finito -precisa- la prima cosa che farò sarà un bel viaggio in Cambogia e nel Laos. Prima però devo finire l’album, che spero possa uscire in settembre, seguito dai concerti perchè suonare sul balcone va bene -conclude- ma il rapporto con il pubblico live è una cosa totalmente diversa”.