‘Archetype’ il nuovo album dei Coma Berenices

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Esce domani, venerdì 17 aprile, ‘Archetype’,  il nuovo LP di Coma Berenices, band fondata da Antonella Bianco (chitarra elettrica, tastiere) e Daniela Capalbo (chitarra elettrica, chitarra acustica, mandolino). Il disco, caratterizzato da sonorità acustiche ed elettriche, contaminazioni ritmiche e melodie intime, sarà seguito dall’uscita del primo singolo ‘Archè’, accompagnato dal videoclip prodotto da Berenice Film, team creativo milanese attivo dal 2018 guidato da Marco Longo e Fulvio Lombardi.

 L’LP di Coma Berenices (il nome fa riferimento ad una piccola costellazione visibile nelle notti primaverili o estive quando il cielo non è inquinato. Secondo il mito greco, si trova lassù da quando la regina Berenice fece voto solenne di consacrare ad Afrodite la sua bellissima chioma come pegno d’amore) è composto da 6 brani: il primo è ‘Arché’ che “nasce dal nulla, incombente, una melodia eterna, e al nulla ritorna, per rinascere, e rinascere ancora, in punta di piedi, per non svegliare”. Poi arrivano le due parti di ‘Keep Your Feet On The Stars Pt 1’ e ‘Keep Your Feet On The Stars Pt 2′:ascoltando una nave nel cielo, i suoni nel mattino e la luce del giorno negli occhi. Ti manca la terra sotto ai passi e hai disperso la tua immagine negli specchi della casa. Le chitarre come una bora nei temporali in cui le nuvole piangono di gioia”.

Silent Days’: “piove e tu dici è come trovarsi nella danza incessante del mare nel buio. Stai tremando ma come se non fossi tu: nel silenzio dei giorni hai preso una pagina bianca e hai scritto ‘per quanto sarò sola?’. Altro brano è ‘À l’improviste’, canzone-rifugio: “i tuoi passi che risuonano nelle nostre passeggiate. Improvvisamente ti sei voltata per essere sicura di non aver lasciato tracce lungo il percorso sulla scogliera”. ‘Non lasciarmi’ “sono le parole che stai cercando”. Il disco chiude con ‘Riyad’: “un messaggio, forse tanti. Richiami urgenti, ma non sappiamo decifrarli. Quanti volti non ci sono più, nascosti fra le mani. Dissolvenze. E non possiamo guarire, creare niente. Ma allora: da dove questa tenerezza”.

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