INTERVISTA/con ‘Festa’ di Cristiano Turato l’Italia tornerà a cantare e ballare
(di Daniele Rossignoli) “Suoneranno le campane, tutti in piazza, preparatevi alla festa. La vita ritorna a cantare e a ballare. La gente è in festa, l’Italia se desta”. Parole di buon auspicio, che fanno parte del brano ‘Festa’, del cantautore padovano Cristiano Turato, scritto però nell’ottobre scorso, quando nessuno poteva immaginare in quale baratro sarebbe caduto il nostro Paese, e non solo, a causa del Coronavirus. “Si tratta -sottolinea Turato a IlMohicano– di un brano ideale per quando usciremo da questa situazione, un inno alla rinascita”. Il brano fa parte dell’album ‘La Festa’ (Aereostella) in uscita il 10 aprile scritto e prodotto dallo stesso Cristiano Turato insieme a Alberto Roveroni e Francesco Pisana anticipato dai due singoli ‘Atlantide’ e ‘Follia’.
In realtà, spiega l’ex voce dei Nomadi, ‘Festa’ “è nata pensando al nostro Paese, spesso maltrattato, una notte dopo un concerto tenuto in Calabria, di notte, guardando la piazza del paese vuota. Pensavo a quanto bella fosse la nostra Italia, rammaricandomi del fatto che fosse poco considerata, anche un po’ per colpa nostra, dal nostro modo di vivere che l’ha messa in ginocchio”.
“Adesso, a distanza di mesi -prosegue Turato- sembra quasi un inno, un invito al Paese a rialzarsi, a fare tesoro dell’esperienza che stiamo vivendo, nella speranza che le persone possano tornare ad abbracciarsi. Spero che tutto quello che stiamo vivendo ci faccia apprezzare il vero valore della vita. Vita che è meravigliosa se mettiamo da parte la nostra parte peggiore che è l’ego. Ego -osserva- che ci porta a dimenticare di essere umani”.
Costretto, come quasi tutti i suoi colleghi, a rimanere chiuso nella sua casa, alle porte di Padova, Turato divide le sue giornate tra il ruolo di padre e la ricerca di vecchio materiale, chiuso in qualche cassetto. “Ho un sacco di cose e sto già progettando i prossimi dischi”, precisa. “Ho recuperato anche le vecchie ‘cassette’ contenenti dei provini che, con i miei compagni di allora, avevamo fatto da quando avevo 18. Ho quasi 230 tra pezzi, provini e spezzoni su cui lavorare per cui posso vivere di rendita”, aggiunge scherzando. “Cose, che avevo scritto negli anni in cui un po’ mischiavo l’acustica con l’elettronica”.
Turato dal 2012 e il 2017 è stato la voce dei Nomadi, con i quali ha inciso due album contenenti molti pezzi scritti da lui, che potrebbero essere ripresi. Prima dei Nomadi “ho fatto parte degli Oradaria e del trio Madaleine e anche con loro avevo scritto numerosi brani. Inoltre sto già pensando al prossimo Festival di Sanremo“. Proprio con il brano ‘Festa’ il cantautore si era presentato alle selezioni della scorsa edizione del Festival.
Lo stop imposto dall’emergenza Coronavirus ha, inoltre, causato la riprogrammazione del tour che Turato aveva programmato per questo mese: “avevamo già in calendario una trentina di date fino ad ottobre, tra Italia, Germania, Repubblica Ceca e Spagna. Adesso siamo ai box -sottolinea- e si spera che, come dicono, a giugno si torni alla normalità. La stagione era molto positiva, dovevo portare in giro il mio disco e questa era una doppia felicità per me. Speriamo -conclude- che tutto possa ripartire al più presto”.