Con ‘Mio padre’ Marian Trapassi dialoga e si confessa con il genitore
È online il video di ‘Mio padre‘, il singolo della cantautrice Marian Trapassi estratto dal suo ultimo album di inediti ‘Bianco’. Il singolo è forse il più intimo e autobiografico dell’album. Il video è nato dal desiderio del giovane regista Alessandro Cracolici, già alla terza collaborazione con Marian, di tradurre il significato di questo brano in sequenze di immagini. Per ricreare l’atmosfera intima e privata che il brano suscita nell’ascoltatore, la protagonista della storia viene ritratta sempre di spalle, accompagnando passo dopo passo lo spettatore in un percorso che segue i ricordi quotidiani e significativi del ricordo del padre. Il punto di vista degli spettatori di questi piccolo cortometraggio è quello di un posto privilegiato, come un buco di una serratura, dal quale osservare l’evolversi della vita di altri.
“Questa canzone è nata di getto, è una cosa rara, ma a volte succede. Mi sono seduta al piano -spiega Marian Trapassi- e pensando a mio padre si è scritta da sola. Ricordo che quando l’ho finita mi sono chiesta se avrei mai avuto il coraggio di farla ascoltare a qualcuno, non sapevo se sarebbe finita nel disco o meno. E’ stato il mio modo di parlare con mio padre e confessargli quello che è stato per me, ora che lui non c’è più e non avrei potuto farlo in nessun altro modo se non con la musica. C’è dentro il perdono e anche la rabbia, ma anche la serenità di aver compreso, da adulta, che un genitore è soltanto un essere umano e come tale imperfetto a volte inadeguato e incompetente per quel ruolo. L’assenza di mio padre ha pesato nella mia vita tanto quanto la sua presenza. Ingombrante in ogni caso. Ho avuto la possibilità di riavvicinarmi a lui solo troppo tardi e questo era quello che ancora avrei voluto dirgli”.
In ‘Mio padre’ Marian Trapassi dialoga e quasi si confessa con il padre, penetrando nelle pieghe più profonde della propria esperienza di figlia e di come ha vissuto l’intero rapporto con la figura paterna. Il testo e l’arrangiamento essenziale, piano e voce, obbliga a seguire le parole una ad una e ad essere guidati in una storia che va dal particolare all’universale in una riflessione sul ruolo paterno che risuona in ognuno di noi.
Photo Credito: Ray Tarantino